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La danza delle notizie, satira e rassegna stampa

Per iniziare al meglio la quarta giornata del Festival, cornetto, caffè e la rassegna stampa di Michele Serra e Giovanna Zucconi. Si sfoglia un po’ di qua e un po’ di là alla ricerca della notizia perduta. In realtà non è una sola la notizia mancata con la quale Serra costruirebbe la prima pagina di un suo giornale: Obama punta al disarmo nucleare, dichiarazione fresca fresca di giornata del presidente neoeletto. Sensazionale, bisogna tornare molto indietro nel tempo per avere un’affermazione del genere da un capo di Stato. Invece silenzio su L’Unità e sul Corriere della Sera, Il Messaggero e La Stampa sono attenti al rischio terroristico in Europa. Sbirciando invece la nota di apertura de Il Giornale e La Repubblica, abbiamo da una parte la messa in evidenza di una serie di finanziamenti agli imprenditori, dall’altra il reddito medio degli italiani stabile ai diciottomila euro annui. “Allora Michele, sei uno dei più ricchi d’Italia”, commenta pacatamente ironica la Zucconi, “In effetti ho il panfilo parcheggiato dietro l’angolo” risponde con la consueta geniale acidità Serra. E se su Repubblica spunta la possibile non ammissione di due terzi degli studenti agli esami di maturità, pare gli altri quotidiani non ne siano al corrente. La gerarchia delle notizie cambia da un giornale all’altro, la scelta delle informazioni è mutevole. “La notizia è una materia relativa e opinabile”, commenta Serra. Ma la forbice delle discrepanze e delle differenze si assottiglia se si cerca il gossip e l’omicidio, la cronaca rosa e la cronaca nera, ciò che senza peli sulla lingua Serra definisce “metastasi dell’informazione”. Tutta la stampa pare pronta a commentare la scelta d’abito della first lady americana e di madame Carla Bruni, nessun riferimento alla riforma scolastica. Per avere un quadro esaustivo e critico di ciò che è accaduto, bisognerebbe incrociare la lettura di più giornali o sperare di essere fortunati, ma di sicuro non c’è rischio di non essere messi al corrente dell’ultimo insignificante dettaglio che riguarda una delle tante “villette degli orrori” che in questi anni hanno riempito le pagine della carta stampata: la cronaca nera “possiede una specie di linguaggio seriale”, che va bene per qualsiasi tipologia di giornale. Se si facesse uno studio comparato tra quotidiani di oggi e di vent’anni fa, verrebbe fuori come lo spazio riservato alla nera è cresciuto esponenzialmente, ciò non vuol dire che siano aumentati gli episodi efferati o che il lettore sia più incuriosito di delitti e sangue. Forse si sceglie di non parlare d’altro? Forse l’obiettivo è mantenere un filone di paura e insicurezza? Ponendo a confronto quotidiano e rivista, la Zucconi nota una femminilizzazione del giornale (più attento a servizi di moda, costume, spettacolo e immaginario femminile in toto) e una informatizzazione della rivista, sulla quale spesso fa capolino una notizia degna di attenzione, taciuta invece nel giornale stesso. L’esempio è un riferimento ad una norma di possibile attuazione nel 2011 che prevedrebbe la sostituzione nelle scuole di tutti i libri di testo con i “libri elettronici” o e-book, che saranno leggibili tramite maneggevoli computerini, con un enorme riduzione dei costi. Ma non fa più notizia che “in casa di Mez c’erano più persone”, come titola Il Messaggero? Su Libero si critica l’idea di vietare il consumo di alcool a chi guida: “e le nozze di Cana, allora?” è il commento del giornalista, mentre Don Giussani giustamente sottolinea che il vino deve soddisfare il gusto, non la sete. La Zucconi, chissà perché, salta di palo in frasca e cita il VinItaly che in questi giorni si svolge a Verona…

 

Valeria Mastroianni

 

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