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Web 2.0, oltre la sfida tra carta e media digitali

Tesi, antitesi e sintesi. Al culmine di una sfida che ha visto opporsi, a volte aspramente, old e new media, istituzioni dell’informazione e cittadini, il giornalismo del web 2.0 prospetta un incontro tra le due scuole di pensiero, in grado di risolvere efficacemente alcuni dei rispettivi problemi. Ne hanno discusso ieri Vittorio Zambardino, fondatore di Repubblica.it, Pierre Haski, ideatore e direttore di Rue89.com, testata online che vede la partecipazione di professionisti affermati accanto a semplici cittadini, e Francesco Piccinini, direttore di Agoravox.it, versione italiana del sito d’informazione dal basso già affermato da tempo in Francia.

I nuovi modelli di consumo dell’informazione devono oggi più che mai fare i conti con la politica, che esercita una forma di controllo culturale tesa svalutare le potenzialità dei media digitali. Internet è troppo spesso relegato a contenitore di informazione trasgressiva, deviata o inattendibile. La rete invece può davvero informare in modo serio ed autorevole, sostiene Zambardino, che mette però in guardia dai rischi della “disintermediazione”. Eliminare il ruolo mediatore della stampa consente sì l’esistenza di un giornalismo partecipativo, ma permette alla classe dirigente (e qui riecheggia l’anomalia italiana) di ignorare il “cane da guardia” del potere e rivolgersi direttamente ad un “popolo” di nazional socialista memoria.

Quale soluzione? La quadratura del cerchio sembra stare, secondo Haski e Piccinini, nella creazione di spazi liberi ma organizzati, in cui gli utenti stessi, che possono votare e commentare gli articoli, realizzino una selezione qualitativa e stabiliscano l’agenda dei temi. “La chiave – sostiene Haski – è la credibilità. Bisogna recuperare la fiducia dei lettori tornando in contatto con loro, ma allo stesso tempo si deve tener presente che un’informazione completa e approfondita è prerogativa dei professionisti”.

Il ruolo del giornalismo professionale non viene dunque meno, “ma i cittadini possono completare ed approfondire l’informazione istituzionale – afferma Piccinini -. E’ giusto che si possa delegare ai giornalisti il lavoro di informazione e approfondimento, ma è necessario mettere a frutto l’esigenza di coloro che hanno qualcosa da aggiungere: l’insieme dei lettori sarà sempre più competente, su qualsiasi argomento, di un singolo giornalista”.

Il ventisettenne direttore di Agoravox Italia chiude lanciando una proposta che è anche un sogno possibile: una piattaforma italiana dei media digitali indipendenti, che sia insieme vetrina, raccordo dei contenuti giornalistici presenti sul web e garanzia di attendibilità per il lettore. Perché l’unione non solo fa la forza, ma supera la somma delle parti.

Lou Del Bello

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