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Il Sud America guarda avanti

“L’America Latina è un continente in ebollizione, una sorta laboratorio di esperimenti sociali. Per questo chi vuole fare giornalismo deve uscire dai luoghi comuni e raccontarla di nuovo”. Nel corso del dibattito Sud America, democrazia e libertà di stampa Hollman Morris, direttore del programma Contravia, si dimostra un critico lucido ma apre, al tempo stesso, spiragli all’ottimismo. Il Sud America sta vivendo un delicato passaggio di transizione democratico in cui permangono forti contraddizioni e violazioni dei diritti. “In Colombia la stigmatizzazione è la vera minaccia per quei giornalisti che raccontano verità scomode. A livello sociale, inoltre, permane ancora un grande divario. La maggior parte dei cittadini non ha possibilità di sfruttare la rete e questo limita il processo di formazione dell’opinione pubblica”. Ma esistono segnali positivi, come le recenti conquiste civili delle minoranze, l’importanza crescente delle Ong e la progressiva emancipazione del Continente dagli USA.

Riccardo Pereira, direttore della rete Globo, dopo qualche amara considerazione sullo stato della libertà d’informazione in Italia, racconta come in Brasile  il giornalismo riesca ad esercitare quel ruolo che nel nostro Paese sembra impossibile adempiere. “La stampa è libera e riesce a controllare l’operato del governo. Alcuni ministri sono stati costretti a dimettersi dopo che i giornali avevano rivelato casi di corruzione”.

Anche in Argentina è in atto un percorso per liberare l’informazione dalle manipolazioni dei potentati economici e politici. Cecilia Rinaldi, responsabile della sezione esteri del GR RAI, parla delle nuove norme di regolamentazione della televisione: “Oggi in Argentina si sta discutendo di una legge che prevede che vede un terzo delle reti affidate a privati, un terzo al governo reti e, infine, un terzo alle ONG”.

Rovesciando la prospettiva, Guido Piccoli, giornalista de Il Manifesto, denuncia l’esercizio di un’informazione distorta che porta i media italiani a una visione semplicistica del Continente latinoamericano. “Non si possono usare due pesi e due misure. E allo stesso modo non si possono sempre separare i buoni dai cattivi. Chi sono i buoni? Forse i paramilitari che stringono accordi con i narcotrafficanti e con le organizzazioni mafiose? Si deve scrivere cercando di abbattere i luoghi comuni. Anche se per farlo bisogna scontrarsi con le potenze economiche e politiche”.

Giulia Zaccariello

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