Claudio Bisio e Michele Serra per i diritti dell’infanzia
Nella mattinata di ieri il Teatro Morlacchi si tinge di azzurro. Sul palcoscenico la stravagante coppia Bisio – Serra, due tra i protagonisti della seconda edizione di Parla di Me, una rassegna di interviste e dibattiti sul tema dei diritti umani. Si avverte la necessità di accendere i riflettori su episodi spesso marginalizzati, perché venga loro data maggior rilevanza soprattutto nell’ambito del giornalismo e dei media.
Dopo la breve introduzione di Giovanna Zucconi, Claudio Bisio, tra comicità e malinconia, recita lo spezzone tratto dal suo spettacolo teatrale I bambini sono di sinistra, scritto con il contributo dello stesso Serra. I due hanno poi raccontato come vivono il rapporto con i propri figli, scatenando l’ilarità del pubblico con curiosità e aneddoti divertenti. “Mia figlia legge Il Fatto Quotidiano e disprezza Repubblica, rivela Serra, parlando di come, al giorno d’oggi, la formazione politica dei figli avvenga in modo autonomo, lontana dai condizionamenti dei genitori. È cambiato il modo di vivere la politica, noi eravamo più sicuri, più arroganti, più aggressivi”, prosegue il giornalista. Un grande cambiamento a livello generazionale, fortemente influenzato dall’impatto dei social network che hanno rivoluzionato il modo di informare e di informarsi. Ed è qui che il dibattito si colora. “Questo mondo a tratti mi spaventa” afferma Michele Serra, “mi spaventa che la mia identità sia in balia di chiunque. Ricevo quotidianamente le lamentele di chi sostiene di avermi scritto su Facebook senza aver ricevuto risposta. In realtà non si tratta di me. Su Facebook scrivono a me, ma non sono io”.
L’incontro si chiude con l’ingresso del Presidente dell’Associazione Unicef, promotore dell’evento. Parla di me ancora una volta, grazie anche alla partecipazione di ospiti illustri e alle loro testimonianze, si offre come ottimo punto di partenza per la salvaguardia e la tutela dei diritti umani, perché, come recita lo slogan della rassegna: “I diritti sono notizia”.
Viola Bellisai