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Il web e l’arte della manutenzione della notizia

Photo: Cecilia Duba

Non ci sono risorse, non c’è guadagno, non c’è lavoro. Ormai, lo ripetono tutti. Il giornalismo tradizionale non c’è più, è stato spazzato via e ridotto a brandelli dal digitale e da Internet. Ieri l’ha ribadito ancora una volta Emily Bell dalla sala dei Notari di Perugia. Ma quale integrazione tra versione cartacea e versione digitale? “L’unica soluzione è la disintegrazione!”, tuona l’ex direttrice dei contenuti digitali del Guardian. Il saggio della Bell è stato più volte citato nel corso della presentazione dell’e-book di Alessandro Gazoia, Il web e l’arte della manutenzione della notizia (scaricabile online per pochi euro), che presenta al lettore un attento e critico esame dello stato dell’arte del giornalismo in Italia.

Che il giornalismo sia cambiato e che occorra una ridefinizione e riconfigurazione delle redazioni, Luca Sofri, fondatore e direttore della testata giornalistica online Il Post, ne è convinto.

Il digitale impone a tutti gli attori del mondo dell’informazione un ripensamento circa i modelli di business e di sostegno che ruotano attorno alle testate giornalistiche. “Il problema non è capire come adattare il vecchio modo di fare giornalismo al “nuovo” mezzo; la sfida più difficile è invece pensare se ci sia qualcos’altro che possiamo costruire”, afferma Sofri. “Il modo per sopravvivere oggi non è replicare il passato e i precedenti modelli – ormai obsoleti – ma mettersi in discussione e inventare nuove forme e modi altri attraverso cui diffondere i contenuti”, continua il direttore de Il Post. È inutile e dannoso guardarsi alle spalle. Bisogna pensare in maniera creativa e proporre nuovi modelli di business in conformità a ciò che il presente offre, provando al tempo stesso a essere lungimiranti. Ed è, quello di Sofri, un invito che rivolge soprattutto ai giovani giornalisti o aspiranti tali.

Ospiti della presentazione, Vincenzo Marino, giornalista freelance, e Stefano Menichini, direttore di Europa, quotidiano e organo di stampa ufficiale del Partito Democratico. Lo stesso direttore del quotidiano romano ha raccontato il proprio punto di vista circa la necessità di trovare nuovi modelli di business che rendano le testate giornalistiche soprattutto auto-sostenibili e senza la necessità di ricorrere ai finanziamenti pubblici per l’editoria. Il caso del quotidiano romano, come raccontato dallo stesso Menichini è esemplare del fatto che, in un modo o nell’altro, le testate devono riconfigurare obiettivi e direttrici: Europa – secondo Menichini, “giornale politico di area, ma non di partito” -, dopo una violenta riduzione dei costi, punta a specializzarsi online sempre più verso l’analisi piuttosto che sulle notizie brevi.

Danilo Sergio – @DaniloSergio2

 

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