L’Irpi per un giornalismo d’inchiesta in Italia
L’Irpi, un nuovo centro per il giornalismo d’inchiesta in Italia. L‘Investigative Reporting Project Italy ispirandosi al modello americano sta cercando di ritagliarsi uno spazio in un panorama, quello del nostro Paese, in cui il giornalismo d’inchiesta incontra non poche difficoltà. Grandi realtà di riferimento sono l’Associated Press e National Geographic.
Il panel che si è tenuto alla sala Lippi oltre alla partecipazione di Leo Sisti, direttore esecutivo Irpi, ha visto coinvolti i co-fondatori: Cecilia Anesi, Guia Baggi, Cecilia Ferrara, Mara Monti e il giornalista freelance Giulio Rubino. Dopo aver raccontato dell’inchiesta intitolata Offshoreleaks che ha svelato i segreti di 122 mila società create nelle British Virgin Islands, nel mar delle Antille, e nelle Cook Islands, si è parlato di ciò di cui si occupa Il Centro: il giornalismo d’inchiesta, appunto, a livello sia locale che transnazionale. Attraverso il cross border, che abbatte notevolmente i costi, vengono coinvolti a collaborare nei singoli progetti giornalisti da varie parti del pianeta. Sono infatti tanti i partner di cui l’Irpi si serve per investigare a 360°. “Limiti geografici non ne abbiamo – dice Giulio Rubino – e l’ambizione è quella di coprire tutto il globo”. L’Irpi offre anche altri servizi tra cui il fixing che consiste nel garantire assistenza ai giornalisti stranieri che vogliono svolgere delle inchieste in Italia.
I relatori hanno poi sottolineato la necessità di insistere sul giornalismo d’inchiesta, considerato una necessità democratica all’estero che gode però in Italia di poca considerazione. In un periodo di crisi di contenuti e modelli, insistere sul giornalismo d’inchiesta potrebbe dare una scossa al settore dell’informazione. La neo-nata Associazione è ancora alla ricerca di un modello sostenibile anche perché i giornali, in Italia, non hanno fondi da investire in un giornalismo che più di altri richiede tempo e denaro. “Purtroppo – rileva Guia Baggi – il no profit è un settore che in Italia non dà garanzie per realizzare qualcosa”. Crowdfounding, 5xmille, Ong estere e la speranza di mecenatismo sono le fonti di finanziamento dell’Irpi. La ricerca di fondi presso quelle fondazioni che hanno come mission il giornalismo indipendente è la strategia adottata per raggiungere, quanto prima, un modello economicamente sostenibile.
Luigi Maria Rosseiello – @luigirossiello