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Italia, paese di gente per bene (?)

Inizia con la storia del “banchiere di Dio” Giovan Battista Giuffrè e del colossale crack finanziario provocato da una miracolosa moltiplicazione delle banconote nelle sagrestie delle parrocchie emiliane, la lunga saga di illustri, celebri e, spesso, contraddittori personaggi – e fatti –  che caratterizzano il nostro Belpaese. Un paese di gente per bene a detta di Gian Antonio Stella che ha raccolto un folto pubblico di giovani e meno giovani ieri sera alla Sala dei Notari, prima serata teatrale di questa nuova edizione del Festival Internazionale del Giornalismo. Accanto a lui, ad affollare il palco, Bebo Storti, attore cinematografico e teatrale, e Gualtiero Bertelli,  esponente di spicco della musica popolare veneta, accompagnato da Paolo Favorido al pianoforte, Domenico Santaniello al contrabbasso, Maurizio Camardi al sassofono.
Di Gian Antonio Stella sappiamo molto: già editorialista del Corriere della Sera è tornato alla ribalta con “La Casta” , scritto a quattro mani con il collega Sergio Rizzo con il quale ha firmato anche “La deriva. Perché l’Italia rischia il naufragio”.  Ma quello a cui abbiamo assistito ieri sera è un qualcosa di diverso, è la voce ironica, di un’ironia che cela profonda malinconia, di chi parla di un Paese che, nonostante il suo passato straordinario, le sue eccellenze, le sue personalità illustri, sta realmente affondando. Gian Antonio Stella, voce narrante, ripercorre con lucida drammaturgia supportata dall’esperienza giornalistica, lo Scandalo della Banca Romana, i primi esempi dell’ormai nota “finanza creativa”, comici episodi dell’epoca fascista  saggiamente mixati a cronache attuali di crack, latrocini e misteriose logiche economiche.  A smorzare i toni e a distendere i visi attoniti del pubblico ci pensa Bebo Storti con le sue letture, i suoi sketch da politico arricchito e da Ministro dell’Economia confuso (imita Tremonti) e, soprattutto, con il suo presagio ultimo sulla fine della carriera politica di un comunista poco convinto come Massimo D’Alema.  Il tutto è intervallato dal ricercato accompagnamento musicale del veneziano Gualtiero Bertelli che ripercorre il repertorio popolare italiano con la sua fisarmonica e la sua band.
La serata si riempie presto di aneddoti, storie e racconti di un paese di gente per bene in cui la classe dirigente non riesce a scendere dalla propria poltrona e rinunciare a qualche privilegio, di un futuro rubato a grandi e piccoli,  di caratteristiche e peculiarità italiane che si ripropongono di generazione in generazione. Ma sul palco è sentita l’esigenza di un finale diverso, un finale che vede in un troppo vicino 2010, gli elettori decidere finalmente i propri rappresentanti, assistere all’approvazione di leggi sull’ambiente e sulla necessaria pubblicità delle intercettazioni, gerontocrati legati a un lampione davanti a Montecitorio che si interrogano sulla fine della loro carriera politica.
Che anche l’Italia possa diventare un paese di gente per bene? 
(video dell’appuntamento)
Lucina Paternesi Meloni

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