Zucconi e Ceccarelli sull’attualità italiana: si ride per non piangere
Filippo Ceccarelli di Repubblica presenta al Festival del giornalismo il suo ultimo libro Come un gufo fra le rovine . Insieme a lui l’amico Vittorio Zucconi: non sono mancati quindi momenti divertenti e scambi di vedute ironiche e sarcastiche sulla situazione politica italiana.
Parte Ceccareli: «mentre noi parliamo a Roma si fa il nuovo governo, Letta va al Quirinale con la lista dei “cosi”.»
«Cosi? – replica Zucconi – ha detto così? Il libro di Filippo, che ho incredibilmente letto (cosa che di solito un recensore non fa mai) è un meravigliosa ricerca attraverso diversi frammenti di Italia. Ovvero attraverso piccole notizie di cronaca si fa una fotografia del nostro paese. Ceccarelli come un gufo fa un volo d’uccello sulle rovine fumanti dell’Italia, state attenti perché un tipo cinico, malvagio e forse anche lievemente di sinistra, ma non vorrei scandalizzare troppo il pubblico.»
C: «Il vero “gufone” è Zucconi, pensate che alla vigilia delle ultime elezioni mi ha scritto “Fra poco torno, ci vediamo a Roma per la veglia funebre”. Questi 777 frammenti preannunciano buffonescamente il cataclisma perché c’è un nesso, tutto italiano, tra le buffonate e la catastrofe. Abbiamo così cronache di incidenti automobilistici contro le sedi del governo o dei politici, una vera e propria “letteratura” su Formigoni, Brunetta, per non parlare delle trovate della Lega. Oggi ho letto il giornale e c’erano Grillo e il bunga bunga, il “porno ricatto”, le carte sparite di Dalla Chiesa, la nuova puntata delle spese pazze dei consiglieri regionali, stavolta in Basilicata e così via…»
Z: «Se ripenso alla campagna elettorale con le promesse di Grillo e Berlusconi.. ma Bersani non mi ricordo cosa abbia detto. Senza carisma e un messaggio chiaro come può sperare di vincere? Adesso Napolitano ha la doppietta puntata alla schiena di Letta per costringerlo ad andare a fare un matrimonio forzato.»
C: «Leggiamo qualche passo dal libro? Non capisco però se farà ridere o metterà ansia. Il cinepanettone è diventato il nuovo metro di giudizio della politica italiana, basta pensare alla sfarzosa visita di Gheddafi a Roma con tende e cammelli al seguito o alle nozze di Briatore. Adesso il cinepanettone non basta più e si ricorre alla farsa stile Bagaglino.»
Z: «Ma è il cinepanettone che imita la vita reale o il contrario? Io non ne ho mai visto uno. Quando l’ho scritto sono stato criticato come radical chice con cose come “ecco perché voi di sinistra non vincete mai!”. Curioso, nessuno mi aveva mai detto di essere chic.»
C: «Bè io ne ho visti anni fa 3 o 4 e devo dire che sono tutti noiosi e ripetitivi. E poi la realtà è più divertente. Certo però ci sono anche aspetti che fanno riflettere come l’assalto al ristorante a Franceschini oppure ai suicidi davanti ai palazzi del potere.»
Z: « Purtroppo come dici tu la protesta c’è ma non sfocia mai in nulla, non c’è una reazione civica come invece succede negli Stati Uniti. Noi abbiamo solo Grillo e il suo repertorio gastrointestinale (a base della parola m…a) . Non ci sono personaggi all’altezza di risolvere i problemi. C’è tanta analisi e poca sintesi. Per esempio la grande soluzione dei saggi… Ora abbiamo il governo familiare con il nonno Napolitano, il figlio Renzi, il papà adolescente che dice le parolacce (Grillo) e lo zio (Letta senior).»
C: «e il padre nobile chi è? Secondo me è Silvio che ha vinto quest’ultima fase e ha la golden share. In conclusione forse gli italiani sono fatti così: non riescono a fare a meno di divertirsi!»
FUORI PROGRAMMA: si sente un allarme per un incendio esterno. «C’è odore di bruciato – dicono i due – ma come? Chi è stato a dare fuoco? Non interviene Napolitano, non si manda qualcuno con un mandato esplorativo? Peccato che non c’è più Bertolaso che ci può salvare.»
Enrico De Col