Etica e nuove tecnologie. Un giornalismo diverso è possibile
Rinnovarsi senza trascurare valori e principi etici. Di fronte al disinteresse delle nuove generazioni, i giornali possono e devono reinventarsi, sfruttando al meglio tutte le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie. Questo il messaggio emerso dal dibattito svoltosi questo pomeriggio all’Hotel Brufani e intitolato “Il giornalismo è al servizio dei cittadini?”. Un confronto a più voci dove non sono mancati spunti critici ed accenni polemici.
Ha aperto Nicholas Jones, giornalista della BBC, che ha mostrato, citando esempi recenti, come sempre più spesso i giornalisti inglesi si nutrano di storie scandalistiche e, abbagliati da titoli accattivanti, tendano a dimenticare lo scopo originario della loro professione.
Amara anche la riflessione di Sergio Rizzo. L’autore de La casta osserva con delusione come il suo libro, dopo aver indignato il Paese, non sia stato il principio di un cambiamento reale. “Non basta la denuncia. Bisogna capire che l’Italia così non va avanti”. La discussione prosegue sugli stessi toni con l’intervento del professor Antonio Calafati, che racconta la sua esperienza quotidiana con i giovani: “Gli studenti non leggono i quotidiani. Trovano altri canali per informarsi” e invita a “leggere con attenzione i giornali, comparandoli senza superficialità”.
David Sassoli preferisce, invece, riconoscere gli sforzi e i meriti del telegiornale di cui è vicedirettore. “Stiamo cercando di abbassare la fascia d’età, finora attestata sui 60 anni. E per farlo ci siamo aperti alla rete, così da avere un rapporto interattivo con il pubblico”. Ma aggiunge “non si possono nascondere le anomalie del sistema italiano. Autoreferenzialità e finanziamenti privati danno vita ad evidenti contraddizioni sulle quali è indispensabile riflettere”.
Posizioni, quelle di Sassoli, su cui il pubblico in sala non sembra totalmente d’accordo. Insorge un ragazzo: “Mi sembra ridicolo sostenere che il Tg1 aiuti a sviluppare senso critico, considerando anche la posizione assunta dal Tg durante l’ultimo conflitto israelo palestinese”. Il giornalista, leggermente risentito, non risponde all’attacco, e si districa tra i tentativi di polemica ribadendo la qualità dei servizi del suo inviato a Gaza.
Jones mostra invece una reazione diversa. Incoraggiato dalla vivacità e dallo spirito contraddittorio dei giovani presenti, augura loro “di avere la possibilità di far parte del futuro”.
Giulia Zaccariello