Scade il count down: è Festival!
Un turbante sikh rosso si aggirava stamani sul palco della Sala dei Notari di Perugia, con tanto di foto camera per documentare il tutto. Il Festival Internazionale del Giornalismo è anche questo, internazionalità. L’evento ha preso il via questa mattina alle 9 con una nutrita platea, tra addetti ai lavori e non, che ha accolto l’evento partecipando attivamente alla cerimonia inaugurale. Il responsabile giovanile del Festival, infatti, ha dato da subito la parola proprio ad una parte integrante della manifestazione perugina: i volontari. Dopo i discorsi introduttivi fatti dagli “juniores” aspiranti giornalisti, alcuni venuti da lontano come Alì proveniente da Dubai, è stato il turno dei “senior” della Welcome Session.
L’assessore alla cultura della Regione, Rometti, ha introdotto il discorso sottolineando come la città di Perugia sia un polo ricettivo straordinario per quanto riguarda i giovani. Il ringraziamento dovuto all’organizzazione del Festival è stato sincero e consapevole degli sforzi fatti per realizzarlo.” Il Festival rappresenta per l’Umbria un valore aggiunto”, ha tenuto a precisare l’assessore, assicurando il totale appoggio della Regione alla manifestazione.
Il secondo intervento è stato di Maurizio Oliviero, docente di diritto islamico presso l’Università di Perugia, che ha voluto iniziare il suo discorso soffermandosi sulla necessità che hanno oggi i giovani di trovare degli spazi per potersi esprimere al meglio. L’esortazione a “rompere il sistema” è stata chiara e diretta a tutti i presenti, facendo intendere come sia indispensabile combattere per potersi affermare non solo nel mondo del giornalismo. Sul finale Oliviero ha voluto raccontare un aneddoto legato alla figura di Giancarlo Siani, conosciuto durante un incontro tra il giornalista e alcune scuole campane; l’esempio di Siani è da prendere come esempio per rompere le catene del silenzio che oscura troppe verità, solo così la società potrà riprendersi la propria civiltà.
La conclusione dell’inaugurazione è stata affidata all’esperienza ed alla levatura morale di Enzo Iacopino, segretario dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Iacopino definisce – quasi con nostalgia – il giornalismo come un mestiere poiché implica un lavoro artigianale, meticoloso ed accurato, che abbia come obbiettivo finale il rispetto di quel “dovere sociale” insito nella figura del giornalista. Non sono mancati poi i richiami ai “grandi del passato” come Enzo Biagi, che in una sola parola Iacopino lo definisce “un esempio di dignità”. Il Segretario nazionale in seguito si sofferma su alcuni aspetti del giornalismo che vanno ad inquinare quella che è la vera missione di questo mestiere: la verità. L’attacco degli imprenditori al mondo dell’editoria, secondo Iacopino è una delle piaghe più profonde che tormenta l’informazione in Italia. Eliminare la parte marcia del giornalismo non è un compito facile – sostiene – ma l’Ordine sta cercando di fare delle epurazioni mirate in tal senso.
La fase introduttiva del Festival perciò inizia con una nota critica fatta dall’interno, che certo darà da riflettere a tutti i partecipanti, auspicando che stimoli e formi una coscienza collettiva adeguatamente informata e soprattutto consapevole del ruolo che grava oggi sull’Informazione.
Luca Bellusci