Primo giorno dietro le quinte
Avere il privilegio di poter osservare da vicino un grande evento, come il festival del giornalismo 2009, è un’occasione unica per capire i meccanismi che lo muovono. Come per l’organismo umano anche questo festival è un corpo unico, che viene tenuto assieme e mosso da tante piccole parti, apparentemente indipendenti tra loro ma necessarie le une alle altre. Gli organi, le cellule e gli arti sono i volontari giunti a Perugia da tutto il mondo e lo staff del festival che li coordina e dirige.
E’ in una fresca mattina di Aprile che ci riuniamo tutti nella sala dei notari, che si affaccia sulla bella piazza IV Novembre, nel centro di Perugia. C’è tanta allegria e un fitto chiacchiericcio: stiamo iniziando a conoscerci. Così tra strette di mano e saluti è ora di iniziare a fare sul serio. A darci il benvenuto è un bel messaggio del Presidente della Repubblica Napolitano, letto da Valeria, con il quale il Capo dello Stato si congratula per l’alta presenza di giovani in questa edizione del festival e ricorda Giancarlo Siani, a cui il festival è dedicato. A seguire, è la volta di Alessandro, coordinatore dei volontari stranieri che con un bell’intervento ci dà il benvenuto e si scusa per avere in faccia i segni della serata precedente, trascorsa assieme a noi tutti volontari in un Pub del centro di Perugia! È poi il turno di Alì, simpaticissimo volontario proveniente dall’Arabia Saudita, che ci racconta le sue prime impressioni sul festival. Dopo i loro interventi, vedo che tutti i ragazzi sono più distesi e sui loro volti ci sono tanti sorrisi. La Sala dei Notari sembra ora una specie di formicaio in continua attività. Attorno a chi è seduto c’è un movimento ininterrotto di flash e click di macchine fotografiche. Giù nel fondo gli organizzatori si assicurano che tutto vada per il meglio e nella cabina di doppiaggio la concentrazione è massima, per permettere anche a chi non parla italiano di comprendere al meglio.
Oltre ai volontari e agli organizzatori c’è un altro elemento importantissimo per la buona riuscita di questo festival: la sala stampa. Posta all’interno del Hotel Brufani, è il centro direttivo di tutte le attività legate al festival. Chi non è mai stato in una sala stampa di un grande evento come questo, forse non è in grado di rendersi conto di cosa si tratta. In un’ottica Dantesca, e usando un po’ di senso dello humor, non si farebbe fatica a paragonarla ad un girone dell’inferno per giornalisti! C’è molto caldo all’interno ed una continua e fervente attività. Continuamente, arrivano e vanno via persone, in un flusso continuo e costante. Ci sono ragazzi ovunque, ed è bello sentirli parlare con lingue diverse. Come colonna sonora: rumore di dita che picchiettano sulle tastiere, telefoni che squillano, musiche di video in montaggio e imprecazioni varie che non è opportuno riferire in questa sede! Infondo però, il bello di far parte del mondo del giornalismo è anche questo: trovarsi in perenne lotta col tempo, combattere con problemi continui ma nonostante tutto metterci tanta passione e voglia di fare, dando il meglio di se stessi.
La mia prima giornata al Festival del Giornalismo mi ha visto come osservatore silenzioso, che con foto e parole deve cercare di raccontare ciò che avviene dietro le quinte. E da osservatore, posso dire che quello che ho visto mi è piaciuto tantissimo. Nonostante i piccoli e grandi problemi, in ogni location e in ogni evento, ho visto una determinazione unica e una passione sconfinata per il mondo del giornalismo. Ho visto negli occhi di tanti ragazzi la voglia di esserci e di essere protagonisti. Ho visto la voglia di credere nella bellezza di un mestiere che da molti anni ormai è bistrattato e mal considerato. Ho visto un genuino flusso di idee e di culture, in continuo scambio. Ma soprattutto, ho visto in tanti miei colleghi i giornalisti del futuro, e mi sono sentito rassicurato.
Buon inizio di festival allora, e che i giorni a venire siano ancora migliori di quello appena trascorso.
Giovanni Ritacco