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Giornalismo etnico: il giro del mondo in un panel

Ph: Mariano Messini

Cina, Camerun, Ecuador, Romania. Sono i paesi di origine dei relatori dell’incontro intitolato “Giornalismo etnico in Italia”. Attraverso le loro esperienze hanno raccontato la funzione di “ponte” che svolgono tra la loro patria e l’Italia, divenuta, ormai, prima casa. Un ruolo non facile ma che si sono sentiti in dovere di assumere, quasi fosse un un richiamo impossibile da ignorare.

Sono autori di realtà giornalistiche che portano avanti con tenacia, a dispetto dei pregiudizi e delle ritrosie culturali e istituzionali del nostro paese.

Sono giunti in Italia per lavoro, come Hu Lumbo e Josè Galvez, per studio, come la giornalista rumena, Halina Harja o perché costretti a scappare dal proprio paese come Jean Claude Mbede, anche lui giornalista.

Una volta approdati qui, non ci hanno messo molto a capire che il punto debole di questo paese sta proprio nella difficoltà di instaurare un dialogo maturo e ramificato con le comunità straniere che in Italia vivono da anni.

“Una sera ho sentito l’esigenza che si levasse almeno vocina”. E questa voce, dapprima esile ma tenace come la sua ideatrice, ha saputo prendere corpo. La signora Hu Lambo, editrice della rivista bilingue Cina in Italia, ha iniziato la pubblicazione in bianco e nero con solo 8 pagine, per diventare a colori nel 2010. La sua rivista ha la funzione di parlare di “Italia ai miei compatrioti emigrati, ai cinesi in patria e di raccontare agli italiani del mio paese”.

La volontà di portare avanti questo tipo di esperienze, però, si scontra spesso con problemi pratici, come quello di reperire fonti economiche. E’ il caso di Jean Claude Mbede, ideatore di AfrikItalia.it. Il sito è nato perché “quando si compra in edicola un giornale italiano le pagine di esteri sono poche, scarne senza approfondimenti. D’altro canto, per reperire in Africa una notizia riguardante l’Italia si deve ricorrere a giornali stranieri”.

Il giornalismo etnico come strumento per combattere il razzismo. Alina Harja, corrispondente in Italia della televisione rumena, dirige il quidicinale Actualitatea Magazin, giornale bilingue. Il suo lavoro mira ad abbattere i pregiudizi nei confronti dei rumeni immigrati, sia agli occhi dei propri compatrioti rimasti a casa sia degli italiani.

Anche il mondo dell’imprenditoria necessità di luoghi di dialogo. Questo il caso di José Galvez. E’ direttore di Impresa Etnica sito di informazione per imprenditori stranieri che operano in Italia. Il suo sito mira non solo a fornire notizie specializzate ma vuole anche farsi da interlocutore con le istituzioni.

Stranieri che si fanno ambasciatori ma anche italiani che hanno compreso il gap da colmare. Questo il caso di Gianluca Luciano, fondatore di StranieriinItalia.it sito unico nel suo genere e di riferimento per i cittadini stranieri in Italia.

Le esperienze di giornalismo etnico, dunque, non mancano ma molte sono ancora le difficoltà da sconfiggere. Lo sa bene Christina Ruggeri, giornalista della redazione Esteri del Tg2 e coordinatrice di questo panel.

Difronte alle difficoltà dei suoi colleghi italiani di parlare del mondo, fa appello al richiamo di desiderio di conoscenza.

“Basterebbe poco per avere un’attenzione capillare. Lo spazio c’è, basta provare. Il mondo è nostro.”

L’appello è quindi rivolto al giornalismo che è chiamato a cooperare per la costruzione di un senso di comunità. Sappiamo che ne ha la forza, se lo vuole.

Micol Barba

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