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Twitter e Facebook: nuove frontiere del giornalismo

Photo Chiara Di Giorgi

Il giornalismo si trasforma attraverso la rete: internet ha già apportato un importante cambiamento alla sua immagine e ora i social network stanno operando la loro rivoluzione. Negli Stati Uniti i quotidiani annunciano già le notizie attraverso Twitter e Facebook, in Italia il panorama è diverso, ma compie i propri passi per avvicinarsi alle realtà estere. La notizia, oggi, non deve più essere dettagliata e approfondita, ma uno spot, un tweet, il sunto efficace dell’informazione che vuole trasmettere.

I social network comprimono le idee e quasi annullano le opinioni di chi li utilizza per trasmettere notizie. Ma sono attualmente i mezzi più immediati e utilizzati per informare non solo chi può permettersi la spesa di un giornale cartaceo, ma chiunque abbia accesso alla rete. “Ciò che viene condiviso sul social network è la notizia che deve essere ancora discussa”, afferma Daniele Bellasio (Sole 24 Ore). Il dibattito viene lanciato in rete e sono gli stessi lettori che commentano la notizia, fornendo agli altri utenti numerosissime opinioni differenti.

Il futuro dei giornali è in internet e nello specifico su Twitter e Facebook, dove i lettori possono accedere gratuitamente, velocemente e liberamente alla cronaca, locale e internazionale. Talvolta sono gli stessi flash di Twitter a fornire spunti e ad essere una prima fonte (da controllare) per i giornalisti. “Spesso i miei lettori o ‘followers’ mi inviano in rete notifiche di eventi e notizie, che sfrutto per avviare le ricerche”, conferma Peter Gomez (ilfattoquotidiano.it).

Gli stessi siti web dei maggiori quotidiani nazionali stanno sperimentando nuovi metodi di diffusione delle informazioni: Repubblica è il primo sito più visitato e condiviso in rete, seguono Corriere e Fatto Quotidiano. Tutti ritengono comunque che la differenza sostanziale tra cartaceo e online sia il rapporto diretto con l’autore, che viene intensificato nel caso in cui questo possegga anche un profilo Twitter o Facebook. Le pagine fan sono anch’esse indicative dell’apprezzamento per il singolo, piuttosto che per l’intero giornale: esempio emblematico Marco Travaglio con più di un milione trecento mila fans su Fb.

Viene ripetuto più volte durante l’incontro: il giornalista non è più tanto un portavoce della testata sul web, quanto un personaggio, che tramite il potente mezzo dei social network ha la possibilità di crearsi un “brand personale”. L’autore dovrà però essere capace di forgiare e trasmettere anche in rete un’immagine autentica di sé, in modo che i “seguaci” possano riscontrarla anche nella realtà. L’identità rimane l’elemento fondamentale nei social media, oggi.

Chiara Compagnoni

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