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Internet e politica. Consenso e rappresentanza nell’epoca digitale

Photo credit: Stefano Gizzi

Nella prima giornata del Festival, grandi nomi si sono concentrati nel Panel Discussion “Internet e politica. Consenso e rappresentanza nell’epoca digitale”. Nonostante l’assenza di Matteo Renzi, sindaco di Firenze, l’incontro ha suscitato comunque un indiscusso interesse, confermato da una sala gremita che non ha potuto ospitare tutti quelli che erano decisi a seguire l’evento.

Nomi come Beppe Severgnini, noto giornalista del Corriere della Sera, Marco Patuano, amministratore delegato di Telecom Italia, Kevin Bleyer, autore dei discorsi di Barack Obama – intervenuto in collegamento via Skype – e Aron Pilhofer del New York Times si sono interrogati sul rapporto tra internet e politica e su come la rete stia cambiando il modo di comunicare e di fare politica. La discussione, mediata da Anna Masera, Social Media Editor della Stampa, si è concentrata nell’analizzare la situazione nel nostro Paese e negli Stati Uniti.

In America, Barack Obama ha dato certamente un esempio di intreccio efficace tra rete e comunicazione politica; egli ne ha percepito la potenzialità e l’ha utilizzata già durante la sua prima campagna elettorale nel 2008. Anche quella del 2012 è stata condotta facendo uso di tecnologie di dati open source, accessibili a tutti.

In Italia la situazione è, invece, differente: da un lato, spesso ci scontriamo con la mancanza di infrastrutture adatte a supportare la rete e, dall’altro, la maggior parte dei nostri politici non sono in grado di realizzare quanta forza c’è nello strumento che usano e, di conseguenza lo riducono ad un mezzo per comunicare semplicemente l’entrata e l’uscita da una riunione. Il risultato è che ci si trova di fronte a un divario digitale che è, però, anche divario culturale per rifiuto e diffidenza di ciò che è nuovo.

L’aspetto rilevante che è emerso dall’intervento di Aron Pilhofer, il quale ha supportato la sua tesi rifacendosi ancora alla campagna di Obama, è che i Social Network sono in grado di perseguire uno scopo. Quella che era un’intuizione ha trovato conferma con gli studi dello statista Silver. Nel caso specifico, attraverso i Social Network si possono indirizzare gli elettori, ignari, verso un voto piuttosto che un altro.
La politica ha scelto senza dubbio la piattaforma di Twitter che, a detta di Severgnini, è lo strumento che rivela la verità, non nell’immediato, ma nel tempo.

A tale proposito, non posso non citare e rimandare allo spot del Festival di questa edizione che esorta a tweettare in maniera consapevole e, soprattutto senza appropriarsi di un’identità costruita “a tavolino” che, a lungo andare potrebbe svelare chi voi siete realmente!

Sabrina Pugliese

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