Fuori gioco, calcio e potere
Chi ha una squadra di calcio si conquista una sorta di immunità, diventa un intoccabile, chi è a capo di una squadra di calcio è come se fosse a capo di un partito politico di milioni di persone”. Gianfrancesco Turano, giornalista de l’Espresso e autore del libro Fuori Gioco, con questa frase ad effetto ha aperto l’incontro alla Sala Raffaello dell’Hotel Brufani. Insieme a lui, a dibattere sul lato sporco del pallone italiano, sono intervenuti i giornalisti Lirio Abbate ed Emiliano Fittipaldi, l’Espresso, Guido D’Ubaldo, Corriere dello Sport, e Giorgio Meletti de il Fatto Quotidiano.
Che il calcio sia ormai diventato da decenni un business plurimilionario non è di per sé una novità sconvolgente, ma il quadro che Turano dipinge nel suo libro è approfondito quanto desolante allo stesso tempo. Per Fittipaldi l’inchiesta di Turano “è la più approfondita analisi del calcio italiano mai scritta”, una preziosa indagine che parte da una lettura minuziosa dei bilanci delle società di Serie A e che svela come il calcio sia, per molti presidenti, solo un trampolino di lancio verso affari economici o carriere politiche.
Passando in rassegna le vicende recenti di alcune grandi squadre italiane, gli ospiti del panel hanno svelato le molte commistioni tra calcio e affari, calcio e politica, calcio e malavita. Uno sguardo impietoso, che ripercorre storie recenti in cui molti club prestigiosi sono stati salvati da fallimento certo per motivi meramente politici. Se Fittipaldi ha ripercorso le intricate e torbide vicende societarie del Napoli fino all’avvento di Aurelio De Laurentiis, Abbate ha raccontato le vicissitudini del suo Palermo, strappato dalle grinfie della mafia dall’imprenditore friulano Zamparini, mentre Meletti ha riflettuto su quanto sia anti-economica una squadra di calcio portando l’esempio delle spese folli della famiglia Moratti per l’Inter.
Nessuno dei club più importanti del nostro calcio è stato trascurato: si è parlato della lungimiranza di Berlusconi nel capire per primo come il calcio potesse essere trasformato in business, e del ruolo del Milan nel costruire la sua ascesa finanziaria e politica, si è narrato dei legami politici e finanziari di Lazio e Roma e del discusso potere della Juventus. Il fattore rilevante che è emerso, messi da parte i singoli casi, è quello di un indebitamento generale del calcio italiano, con più di un miliardo di euro di passività. A questo dissesto economico si uniscono sempre più spesso vicende giudiziarie che minano alla base la credibilità di questo sport; corruzione, compravendita di partite e calcio-scommesse.
Sul finale dell’incontro, Turano ha voluto denunciare un episodio accadutogli recentemente: “Dovevo andare a presentare Fuori Gioco al Salone del Libro di Torino, il 14 maggio. Insieme a me ci sarebbe dovuto essere Alessandro Del Piero, anche lui con un suo libro da presentare. Nella mia inchiesta ho scritto anche di fatti che hanno riguardato la Juventus e per questo motivo la società bianconera, saputo di questo incontro, ha stoppato la presenza di Del Piero, ma non solo. Successivamente sono state fatte pressioni al direttore del Salone per annullare la mia presentazione, presentazione che poi è stata regolarmente cancellata. In questo momento forse, per alcuni, è meglio non parlare di un certo tipo di calcio”.
Andrea Tafini