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L’altro volto di Obama

Barack Obama è raccontato in modo diverso rispetto a quello cui è abituato ad essere mostrato. E’ come se si facesse una sorta di processo all’obamismo italiano. Passata la starordinaria euforia iniziale, molti capiscono ch il grande suscitatore di passioni non è quello che si può definire un politico. Già conoscendo il suo passato, emerge che è stato altalenante e abile a districarsi da uno schieramento a un altro. E’ insomma una commistione, un pò come lo era la DC in Italia. Dai Repubblicani viene paragonato a un socialista: enorme è stata la vendita di magliette con il viso dell’attuale Presidente USA accostato a quello di Che Guevara o sullo sfondo di una stella rossa. I Democratici lo accusano di essersi venduto a Wall Street, e ridono sapendo che qualcuno lo ha chiamato pacifista. Obama ha confermato infatti il Capo di Stato Maggiore, un ammiraglio nominato da George W.Bush; ci sono ancora 50000 soldati in Iraq da dove sosteneva di ritirarsi entro il 2009. La guerra al terrorismo è estesa al Pakistan, bombardato a ritmo settimanale: nel 2008 erano 36 le azioni americane, nel 2009 aumentano a 53, durante il terzo anno di presidenza arrivano a 117. Non ha chiuso Guantanamo, i tribunali speciali, invia truppe in Libia…Oggi il Paese è più polarizzato di vent’anni fa, nonostante Obama fin da subito ha dichiarato di voler superare le contraddizioni dei tempi di Clinton, Bush…’Si deve essere uniti’ ha detto; in compenso sono nati i Tea Party. La sua leadership è fondata insomma solo sul carisma comunicativo, e si può trovare un’analogia con Berlusconi. Anche il motto ‘L’America non si discute, si ama’, che ricorda lo slogan della Roma, sembra ormai perdere il suo effetto. Dopo otto anni di Presidenza Bush, l’uragano Katrina che l’ex governo non è riuscito a contrastare, la guerra…a tre mesi dalle elezioni Obama e MC Cain sono pari in posizione, a un certo punto le due curve si allonatnano sempre più. Barack vince le elezioni del 2008 non per Guantanamo (che non ha chiuso), non per ‘yes we can’, ma perché la gente vuole lavoro. C’è crisi economica. Il Presidente ha però capito di doversi concentrare sull’economia, e non solo sulle belle parole, non prima della delusione del Midterm. L’economia USA ora è ripartita, sebbene non stia ancora creando i posti di lavoro persi per la crisi. Non si è riusciti, per lo meno fino a adesso, a vivere nel mondo post crisi auspicato da Obama: non si possono fare tagli alla sanità (molti sopravvivono grazie a questi), e neanche alle pensioni, perché sono spessissimo i più anziani che vanno a votare. Pochi giovani sotto i trentacinque anni si recano alle urne in America. I democratici d’altronde si sa, sono un partito che quando sembra morto risorge, e quando sembra risorto si affloscia. Il Presidente non ha mostrato che ha fallito, ma non ha nenche mantenuto le promesse che aveva dato.

Lucrezia Alberti Corseri

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