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Vittorio Arrigoni, un testimone, un amico, un giornalista. La testimonianza di Maso Notarianni, condirettore di “E”, il nuovo mensile di Emergency

In occasione della presentazione del mensile “E” di Emergency, abbiamo intervistato Maso Notarianni, condirettore della rivista, chiedendogli del fatto drammatico del giorno, l’uccisione a Gaza dell’attivista italiano e giornalista (anche per Peacereporter) Vittorio Arrigoni.

Vittorio Arrigoni era un amico, un testimone, un giornalista, e non solo,  che collaborava con noi. Ha fatto molto per la popolazione di Gaza, si tratta di una vicenda devastante e ci mancherà molto.

Avete lavorato tutta la notte su questo fatto drammatico, che ha colpito dal punto di vista umano anche la vostra redazione. Cosa avete saputo di questa vicenda?

Non si capisce bene che cosa sia successo, le prime informazioni che sono arrivate ieri su questo gruppo salafita non attendibili, stiamo cercando di capire che cosa sia successo. E’  un brutto colpo, unagrande perdita, stiamo lavorando in queste ore per capire che cosa sia successo.

Parliamo della vostra nuova rivista, la cui presentazione al Festival del Giornalismo coincide purtroppo con questo fatto drammatico. Cosa ci può dire di questa nuova avventura?

E’ una delle utopie che Emergency riesce a realizzare. Cito il direttore Gianni Mura: “E’ una rivista bella e utile” e adesso che si può vedere il primo numero è proprio così, è un giornale che cerca di parlare anche fuori di quelli che sono abituati a parlare di questi temi, non è una rivista che parla di Emergency, parla con gli occhi e gli ideali di Emergency, nasce dal manifesto di Firenze che Emergency ha pubblicato lo scorso settembre, in cui tira le file degli ultimi 16 anni di attività e dice che mondo vorrebbe perchè sempre più spesso tornando dai posti dove Emergency lavora, ci si rende conto che anche qui la cultura della guerra, quella della sopraffazione, della furbizia, della legge del più forte sta diventando prevalente: si è capito che anche qui c’è bisogno di dare una svolta a questo paese.

L’esperienza di Peacereporter, sia come portale che come rivista cartacea, è stata determinante per la nascita di questa nuova rivista. Cosa rimarrà e cosa scomparirà di Peacereporter?

Il sito di Peacereporter rimane, quello che non ci sarà più è il mensile, che è stato assorbito da questa nuova rivista, perchè poi i temi sono quelli, la differenza fondamentale è che questa nuova rivista si occuperà molto più di Italia di quanto non facesse Peacereporter. E’ più grande, più popolare, più ricca, più contenuti, fotografie: è la crescita di Peacereporter.

Gabriele Battaglia di Peacereporter, sulla morte dell’attivista a Gaza “Vittorio continua a esistere, parlava dall’interno della popolazione palestinese e di Gaza e il nostro lavoro continuerà anche per lui, ha fatto molto per la causa palestinese”.

Alessandro Belotti

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