La criminalità: tra realtà e percezione
Interessante convegno sul ruolo dato dai tg italiani alla criminalità. Il dibattito prende spunto da una domanda ‘l’ambiente ci rende razzisti?’ A quaranta viaggiatori olandesi viene chiesto di compilare un questionario in due diverse situazioni: nel caso in cui ci si trovi in una stazione sporca e caotica durante uno sciopero ferroviario, oppure in un ambiente pulito e ordinato. Dal questionario emerge che nella prima ipotesi la maggioranza è portata a sedersi lontano dalle persone di colore. Si controlla la situazione allontanando la diversità. Nella seconda, problemi di questo tipo non emergono. La risposta è che dunque il caos genera stereotipi, paura, diffidenza…In media i tg italiani danno ampio spazio a temi riguardanti insicurezza e criminalità. La preoccupazione per l’immigrazione connessa al tema della perdità dell’identità italiana, ad esempio per quanto riguarda la costruzione di una moschea, è comparsa da poco. Per il resto si sente parlare solo di cronaca nera. Sembra che se non si dia spazio a tragedie, criminalità, o quant’altro non si abbia un impatto sull’audience. Questa è proprio la ‘strategia’ adottata dai telegiornali italiani, soprattutto da quelli delle sei reti principali. Invece, cio che più preoccupa, in base a quanto emerso da vari studi, è in primis il carovita, le tasse, la dimensione economica insomma. I Paesi Europei danno più spazio a politica e economia, e non c’è perciò divergenza con il reale interesse dei cittadini. In Germania al terzo posto troviamo la politica estera. L’importanza che questa riveste in Italia è meno della metà, nonostante quasi tutti i telegiornali si aprano con il mappamondo per dare l’idea della dimensione globale. Tuttavia, si scopre poi che solo il 13% delle notizie riguardano l’estero! Da noi oltre che di immigrazione, si parla ovviamente anche di politica e economia, ma lo spazio dedicatovi è minore, e grande, eccessiva attenzione è data alla sezione ‘costume e società’. Il risultato è che la paura di essere investiti da marocchini o rumeni che guidano ubriachi è aumentata, e la percezione della criminalità è nettamente maggiore di ciò che effettivamente è la realtà. Il 2007 ha conosciuto un’impennata di criminalità e il 53% dei cittadini si riteneva insicuro. Negli ultimi due anni ci sono stati in media meno crimini rispetto al passato ma la percezione di insicurezza è aumentata. Nel 2009 infatti si diceva che il 54% degli immigrati regolari contribuisse alla criminalità. A sostenerlo nel 2010 è addirittura il 57% della popolazione! Queste percentuali sono la diretta consequenza dell’effetto mediatico, che fa poca differenza tra straniero regolare e irregolare, secondo cui immigrazione è sinonimo di pericolosità sociale, con l’effetto che i cittadini non italiani, il 10% della popolazione, sono poco rappresentati nel Paese. Ai criminali italiani viene data la possibilità di dire la loro, vengono intervistati amici, familiari, vicini di casa e conoscenti; questo non avviene per quelli stranieri. L’80% dei servizi tg ha un tono allarmistico, parla per così dire alla pancia ( alla paura) delle persone, ma chi parla alla testa? Il bisogno di ragionare sicuramente c’è. Basti pensare alle lunghe file che tantissimi ragazzi hanno fatto per incontrare Saviano a Perugia, a Roberto Benigni a Torino per la Biennale della Democrazia. Anche ieri, Susanna Camuso, segretario-generale CGIL, ha affermato che il Paese è migliore di quello che raccontano. Il potere dei telespettatori è quello di dire no a un sistemache si continua a criticare e ritenere ingiusto! Come si è visto, il telegiornale assume una funzione politica per orientare il voto dei telespettatori. Si creano opinioni e si costruisce una nazione! Non è fuoriluogo dunque parlare di una crisi del giornalismo, ci si trova divisi fra verità, interesse e denaro!
Lucrezia Alberti Corseri