Giornali universitari: vivere e non sopravvivere
Una tavola rotonda che ha raccontato i giornalismi universitari con i loro contenuti, i loro mezzi multimediali, la loro indipendenza, le loro speranze…
I giornalismi universitari al galoppo tra web, radio e media interattivi: questo il tema dell’incontro che ha visto come protagonisti Raduni, L’UniversitArea, Orizzonte Universitario, Ustation e Uni magazine. Dopo la presentazione delle singole realtà informative ad opera dei rispettivi responsabili – Gioia Lovison, Jessica Camargo, Nicola Cappelli, Romeo Perrotta e Roberto Chibbaro – si è puntata l’attenzione sulle caratteristiche che devono avere questi giornali. Prima di tutto devono insegnare agli studenti a confrontarsi con le regole che impone questo mestiere, nonostante si stia ancora studiando. Una sorta di palestra di giornalismo dove ci si confronta e dove è permesso sbagliare – perché se si sbaglia si impara – e dove si interpretano i fatti anche uno sguardo nuovo, da cui, quando occorre, fanno bene ad attingere anche i giornali nazionali. In questa formazione graduale, i giornali universitari non devono dimenticare che il loro deve essere un punto di vista diverso – non omologato – da quello dei media tradizionali.
Negli anni queste piccole realtà giornalistiche sono aumentate e si sono sviluppate nonostante la penuria di risorse. Il messaggio comune che è stato lanciato durante un po’ tutto il laboratorio è di aiutare queste ed altre realtà a decollare e a vivere, con finanziamenti provenienti dal basso ma anche dall’alto (quando è possibile).
Vi proponiamo un frammento video della tavola rotonda
Testo e video di Stefania Oliveri