Ci vuole l’esperto
Aprile dolce dormire. Un detto quanto mai vero, soprattutto di domenica mattina. Eppure in tanti stamani hanno deciso di rinunciare al meritato riposo e di mettersi in marcia vero il Centro Congressi Alessi. Ad attenderli un parterre di esperti di giornalismo scientifico, pronti a raccontare la difficile situazione degli scienziati in redazione.
“L’interesse dei lettori verso questo tipo di notizie è in aumento – spiega Giovanni Anzidei, capo ufficio stampa dell’Accademia dei Lincei – ma nelle redazioni si verifica il fenomeno opposto: non vengono assunti divulgatori scientifici, ma si preferisce mantenere giornalistici politici o sportivi con la speranza che in questo modo aumentino le vendite”.
Come sostiene il giornalista Salvatore Giannella, il taglio dei fondi che sta mettendo in crisi molte realtà editoriali scientifiche è sintomo di un paese non democratico. Una popolazione disorientata di fronte a temi che interessano l’intera società è un danno per il dibattito democratico. La scienza è crescita, evoluzione e progresso. Il problema non è la scienza, ma come la si utilizza. A chi spetta scegliere come utilizzarla? In un paese democratico questa scelta deve essere in mano ai cittadini e proprio per questo tutti devono essere informati in maniera corretta ed esaustiva.
L’informazione scientifica svolge quindi un ruolo fondamentale e imprescindibile per lo sviluppo della democrazia, proprio per questo bisogna evitare i gravi errori in cui a volte si cade.
Le “balle” (come le definisce il blogger Luca Conti) che spesso vengono pubblicate sui giornali sono frutto di ignoranza e della mancanza del tempo necessario per verificare le notizie. Per evitare che ciò avvenga è necessario che nelle redazioni non via siano dei giornalisti “tuttologi”, pronti a scrivere di qualunque argomento anche senza avere le conoscenze specifiche per farlo, ma degli esperti che possano fornire al lettore un’informazione.
Jessica Camargo Molano