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Intervista a Giuseppe Cruciani

Nel panel intitolato “Giornalismo e politica” nella Sala dei Notari, sono intervenuti Aldo Cazzullo, Giuseppe Cruciani, e Angelo Mellone, in qualità di moderatore. L’argomento di facile intuizione è stato sul difficile rapporto tra mondo dell’informazione e la politica. Essa infatti rappresentata l’argomento principale di cui si occupano moltissimi giornalisti, tra cui Cruciani. Egli vanta un’esperienza oltre che sul fronte radiofonico, col suo appuntamento quotidiano “La Zanzara” su Radio 24, sia in varie redazioni che in televisione.

Lei che tutti i giorni ascolta le opinioni delle persone registra una conformità dell’atteggiamento degli Italiani nei confronti della politica?
Le opinioni dei cittadini sono diverse, però qualcuno dice che in Italia non c’è passione per la politica mentre invece la realtà dice il contrario e cioè c’è una grande attenzione nei confronti di essa.

Con un programma radiofonico si possono influenzare gli ascoltatori con la medesima efficacia dei giornali?
No, una sorta d‘influenza c‘è, ma non è paragonabile a quella esercitata dalla carta stampata.La radio è considerata come una sorella minore dall’informazione.

Perché pensa che i suoi ascoltatori fedeli abbiano scelto il suo programma come appuntamento quotidiano?
Credo perché non sono molto diplomatico, non sono il classico conduttore vigile urbano. Sono molto sincero con loro, non mi nascondo dietro un finto neutralismo.

In merito agli scenari che si sono aperti dopo giovedì , lei cosa ne pensa?
Cambieranno molte cose dentro al Pdl, ci sarà un momento di turbolenza politica, probabilmente sarà difficoltoso fare le riforme, ma penso che la legislatura durerà.

Quale sarebbe secondo lei una ricetta per avvicinare di più i giovani alla radio?

La radio è un mezzo complicato, diverso dagli altri, bisogna impegnarsi tecnicamente, controllare la voce. è molto difficile avvicinarvi i giovani, molto più rispetto ad altri mezzi.Non è appagante nell’immediato per cui i passi sono complessi. Ci sono molte radio universitarie, da questo punto di vista sono una sperimentazione che potrebbe dare i suoi frutti.

Gloria Lattanzi

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