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Una giornata da “Zucconi”

Sembra essere uno di noi: si mescola con la gente, fa battute spiritose, concede interviste e ti lascia con la sensazione che lo rivedrai lì a poco, come un amico. E’ cosi che appare Vittorio Zucconi: un giovanotto di 66 anni, di Modena, ma americano di acquisizione. Lo incontri tra i corridoi del Brufani, lo riconosci e gli vai incontro: “Dottor Zucconi posso stringerle la mano?”; ma stringergli la mano è come dargli la scusa per parlare con te, di trasmetterti una conoscenza di vita che solo lui ha potuto cogliere nei suoi anni di esperienza. Poi concede un‘ intervista alla Web Tv “Il Cannocchiale” : a porgli domande due giovani volontari, forse le prime parole per loro davanti alla cinepresa. Emozionati ma con gran voglia di sapere e conoscere questo personaggio intavolano subito il discorso. Lui inizia con un sorriso che mette tutti a proprio agio e le prime parole sono spiritose e serie allo stesso tempo. Ha già capito che i ragazzi sono alle prime esperienze e non li vuole mettere in difficoltà. Li fa partecipi delle sue conoscenze, parla con loro e non sopra di loro e il tutto si conclude con una stretta di mano, un sorriso e una foto ricordo. Una persona che ti va di rivedere e quindi cogli l’occasione per sentire lui, Michele Serra e Massimo Gramellini che parlano del “Il Caratteraccio: discussione pubblica sugli italiani”. La Sala dei Notari è colma di spettatori di tutte le età, ma ancora gli ospiti non si fanno vedere. Poi arriva Zucconi, che entra dalla porta principale come uno spettatore normale e, come una persona capitata li per caso, si mette a sedere accanto a noi. Li per li il pubblico non si accorge della sua presenza, tranne quelli che gli stanno accanto; e lui fa di tutto per non farsi notare e si mette a chiacchierare con quelli di fianco commentando Perugia, la gente e la sua giornata. Ma ai giovani fotografi e cameraman, non sfugge la sua presenza per troppo e subito si fiondano a catturare quell’immagine che fa esclamare: “Guarda Zucconi, è proprio uno alla mano, uno di noi”. Così lui decide di farsi vedere da tutti e sale sul palco, da solo. Passano ben cinque minuti di battute e discorsi da salotto prima che Arianna Ciccone introduca gli altri due ospiti, sorpresa di vedere il ‘buon Zucconi’ già sul palco. Si inizia subito con una serie di battute per introdurre un argomento spinoso come quello del carattere degli italiani, ma alla fine la serietà che traspare dal botta e risposta a tre, la colgono tutti. Pendiamo dalle loro labbra come i nipoti che sentono la storia del nonno; ridiamo ai loro giocosi diverbi come in uno spettacolo di cabaret, ma senza comici. Insomma passiamo due ore e non ce ne accorgiamo e quando tutto finisce si risolve con autografi, foto ricordo e un ciao più da persone comune che da famosa personalità. L’ultima cosa che ti viene in mente dopo che esci dal portone della Sala dei Notari è: “Oddio, ho passato una giornata con Zucconi e non me ne sono accorto”. Il giorno dopo scrivi questo racconto e mentre tu pigi i tasti su per parlarne, lui ti passa davanti e ti saluta, come se lo conoscessi di persona, perché forse si ricorda del tuo viso.
Abramo Chiccarelli

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