Giornalismo a schiena dritta: antiracket culturale
Già avere in una stessa stanza Giulio Cavalli e Pino maniaci è un evento. Pino Maniaci è sanguigno, magro, con una giacca chiara e in continuazione si scaglia contro il cellulare che non smette di squillare. Proprio lui al festival internazionale del giornalismo! Non ci crede; lui che quando ha cominciato a fare i nomi ed i cognomi non aveva nemmeno il tesserino ed è stato richiamato proprio dall’ordine dei giornalisti della Sicilia “Non sapevo che per fare i nomi ed i cognomi dei mafiosi ci volesse il Tesserino”. Lui che dirige “Telejato”: una televisione a conduzione famigliare, la televisione più piccola al mondo che copre appena 25 comuni siciliani. “Non c’è bisogni di una grande redazione” -dice- “Ognuno di noi può essere una redazione!” Ha la voce resa roca dal fumo, Pino Maniaci, ed un sacco di rughe gli solcano il viso. Ride sotto i baffi e monopolizza la discussione. Alla sua destra siede Giulio Cavalli. Ha i ricci che gli incorniciano il viso e sorride quando Manici parla. Cavalli prende la parola e si autoproclama “arlecchino”. Dice “Io sono un parolaio, un uomo di parola che tenta di occuparsi di mafia in una regione in cui non esiste l’antimafia. Eppure la maniera migliore per far sparire i soldi è mischiarli ad altri soldi ed è proprio qui, in Lombardia, che sin dagli anni ’70 la mafia reinvestiva e nascondeva i suoi capitali” . Chiara Spagnolo è una giornalista, e ogni sua parola è galvanizzata dall’emozione. Ma dopo un po’ prende coraggio e comincia a parlare della sua Calabria: “In altre terre ci sono dei sussulti di voglia di liberarsi dalla criminalità organizzata, mentre in Calabria, il problema è il rapporto contiguo della ‘ndrangheta che si è infiltrata non solo nell’imprenditoria, ma anche e soprattutto nella politica e addirittura nella magistratura”. Il giornalismo antimafia non è controinformazione, bensì è l’informazione. È l’unica maniera di fare informazione. Scovare i rapporti tra Politica e criminalità è l’unica maniera per ottenere un paese libero. Non esiste mafia senza politica, ma può esistere una politica senza la mafia. Tutti e tre puntano sull’antiracket culturale. Bisogna creare un nuovo modello culturale per dare il via ad un circolo virtuoso. Non sono cose impossibili, Telejato ne è la prova. Telejato non accetta pubblicità da commercianti che pagano il pizzo ed in tre anni l’80% dei negozianti ha smesso di pagare il pizzo nelle aree coperte dalla tv. In fine la Spagnolo“ Quando scrivete, scrivete la verità, ma siate coscienti dei rischi, del diritto… solo così sarete inattaccabili”.
Teresa Manuzzi