Il Fatto quotidiano- Un caso editoriale
La pioggia e la fila non hanno scoraggiato iersera, la folla accorsa per ascoltare “una fetta della banda dei fattisti senza gloria”. L’incontro è iniziato con un trailer del film “Bastardi senza gloria” riadattato ironicamente ai giornalisti del “il Fatto quotidiano”, presentati come attori di un’avventura che è decollata a Settembre e continua imperterrita.
Antonio Padellaro, Luca Telese in qualità di moderatore, Peter Gomez, Marco Travaglio, Gianni Barbacetto e Silvia D’Onghia sono stati tra i fondatori “un caso editoriale“. Un giornale di carta nato da un’idea di Marco Travaglio, a cui si è scelto di dare un nome che ricordasse Enzo Biagi. Un giornale che si professa assolutamente scevro da condizionamenti di alcun genere in quanto privo di finanziamenti pubblici. Un giornale il cui rapporto con i lettori è stato definito “viscerale”.
Presto nascerà anche il sito ufficiale cosi come annunciato da Peter Gomez, la cui novità assoluta sarà la creazione di una piattaforma blog, in cui ognuno potrà mettere il suo. A quelli più letti e interessanti verrà data la possibilità di essere esportati sul sito ufficiale e i creatori potranno interagire con la redazione on-line.
Con i suoi 45.000 abbonati, secondo Travaglio, non si sono sottratti lettori ad altri quotidiani, ma hanno iniziato a leggere persone che non si riconoscevano nel panorama giornalistico italiano e persone che avevano smesso di leggere. E ciò perché “Il Fatto quotidiano” pubblica notizie che per altri giornali non si possono considerare tali o sono troppo scomode, e per ricordarlo ha citato quella della prima copia, la quale trattava di un’indagine su Gianni Letta. Scoperta quasi un anno prima, era rimasta sepolta nelle agenzie stampa e nelle redazioni, poiché per tirarla fuori si è aspettato qualcuno che facesse da apripista come il Fatto. E su questa scia Travaglio ha incalzato dicendo che in un paese democratico non esistono intoccabili in quanto più si è potenti, più si ha responsabilità, più ci si espone alle critiche.
Tra le esperienze che gli hanno dato un taglio diverso, questo giornale annovera “ Il TeleBavaglio”, nel periodo del silenzio forzato dei talk show, sono state fatte varie puntate per affrontare temi politici censurati in tv e il Misfatto, il nuovo inserto satirico. Un’altra vicenda che solo “Il Fatto quotidiano” ha portato alla ribalta dei media è quella dell’ “Isola dei Cassintegrati” , per dimostrare (con le parole di Luca Telese) “come la forza di una storia può bucare la cortina dell’indifferenza”.
Un accenno alla storia di Adro, dell’imprenditore benefattore, a come la Lega Nord cavalca l’onda della paura, della crisi, per inasprire i rapporti tra la comunità nostrana e i migranti, e i loro figli, che migranti non sono più è stato fatto da Barbacetto. Ha preso poi la parola l’unica donna in rappresentanza della parte femminile di redazione e ha ricordato Montanelli di cui il 22 Aprile sarebbe stato il 101esimo compleanno. Travaglio lo ha omaggiato poiché comunque l’esperienza del Fatto ricalca quella de “La Voce”. Un’assimilazione possibile poiché secondo lui,su di esso si leggono parole diverse, fuori dal coro, indipendenti da influenze più o meno pressanti. Ha fatto poi un riferimento a numerose delle vicende che nell’ultimo periodo hanno abbrutito il nostro paese: la storia degli appalti gonfiati, l’inchiesta di Trani, Calciopoli, il disegno di legge sulle intercettazioni e una parentesi sul divorzio interno al Pdl.
Per terminare l’incontro, Padellaro ha ribadito l’intento che muove la redazione de “Il Fatto quotidiano”: far conoscere la verità dei fatti “forzando la cintura odiosa che si tenta di apporre all’informazione”, con l’auspicio finale di avere accanto i lettori in questa battaglia. E giù scrosci di applausi.
Gloria Lattanzi