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Cultura, ignoranza e politica: intervista a Massimo Gramellini

Ieri la Sala dei Notari ha ospitato il trio Gramellini-Serra-Zucconi, che ha parlato del caratteraccio degli italiani, fra ironia e satira intelligente. A margine dell’incontro, abbiamo posto alcune domande a Massimo Gramellini, vice direttore de La Stampa.
Nel Buongiorno quotidiano ha scritto di recente che la manifestazione dell’Unità d’Italia serve a restituire un minimo di conoscenza della propria storia. Ci si può dividere, ma occorre conoscere i fatti. Per quale motivo gli italiani preferiscono l’ignoranza?
“Perché la cultura è faticosa, l’ignoranza purtroppo è più semplice: è molto banale, ma è così, ahimè.”
La maggioranza degli italiani si informa grazie alla tv che, tranne alcune isole felici, ha contenuti poco eccelsi. Come ci si può difendere da questo?
“Ragionare con la propria testa, sforzarsi. È molto faticoso: bisogna abituarsi a vivere senza ascensore. Quando in una casa entra un ascensore, tu cominci a dire: lo prenderò solo ogni tanto, perché le scale a piedi fanno bene. Poi cominci e va a finire che prendi solo l’ascensore e ti spariscono i muscoli. Noi abbiamo i muscoli del cervello flaccidi. Bisogna ricominciare a fare piccoli sforzi: leggere è uno sforzo mentale che dopo un po’ che lo fai, non puoi farne più a meno.”
Ironia ed eleganza contraddistinguono il suo stile anche nei confronti dei politici: questo è segno che non va ricambiato con la stessa moneta il linguaggio della politica?
“È segno che non scrivo per loro, ma scrivo per i lettori. A me interessa far sorridere e pensare il mio pubblico. Per me i politici sono solo i personaggi di cui mi occupo, ma non i primi destinatari delle mie parole.”

Pasquale Lorusso

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