Donne, media e potere: incontro con Lorella Zanardo
“Il corpo delle donne” di Lorella Zanardo è un documentario mozzafiato sulla televisione italiana, ma soprattutto un saggio visivo sulla rappresentazione della donna nella nostra società. Lorella è una consulente organizzativa, formatrice e docente. Scrive e si occupa di tematiche inerenti il femminile e ha ricoperto importanti ruoli direttivi manageriali in organizzazioni multinazionali, progetti e master sia in Italia che all’estero. Il suo documentario, realizzato paradossalmente insieme a due uomini, esprime l’indignazione di una grossa fetta di italiane e di italiani e ha dato inizio a un dibattito nazionale fino ad allora pressoché censurato.
Ciò che è emerso dall’analisi delle 400 ore di intrattenimento televisivo presi in considerazione è molto diverso da ciò che l’autrice si aspettava: sicura di trovare una rappresentazione della donna come “corpo-oggetto”, Lorella ha invece riscontrato due categorie in più. La prima è quella che riguarda la rappresentazione della donna come semplice decorazione visiva, di cui le maggiori esponenti sono le varie veline, letterine e schedine: semplici e non sono provocanti, sono le tipiche ragazze della porta accanto, che in tv non parlano mai e non hanno nessun ruolo se non quello di “abbellire” il contenuto dello schermo. La seconda categoria, la più squallida, è quella che fa capo all’umiliazione: la ritroviamo in quelle frequenti situazioni in cui il presentatore di un programma di intrattenimento si rivolge a ragazze seminude con frasi del tipo “non hai il cervello” o “le tette le hai lasciate a casa?”, o peggio ancora, in episodi come quelli in cui delle ragazze nude vengono appese come dei prosciutti, coperte d’olio e marchiate sul sedere.
Secondo il Censis l’Italia è l’unico Paese in cui in televisione tutto è permesso, in cui il dibattito sulla dignità delle donne è censurato. Eppure, afferma la Zanardo, non si tratta di liberismo né tantomeno di libertà: lontana dall’essere un Paese libero – tra Vaticano o moralismo – l’Italia segue ad occhi chiusi le dinamiche di un’economia che ragiona in termini di domanda e non secondo il livello culturale e sociale dei propri cittadini.
Dopo il documentario, che ha avuto un successo virale in rete e non solo, Lorella ha deciso di raccogliere tutto il materiale in un libro: “ho scritto questo libro per dire che spegnere la tv, oggi, è un atto elitario. Che ci fa dimenticare i molti, la maggioranza, che la tv la guardano. Tanto. E che il vero atto rivoluzionario è guardare la tv insieme a chi la guarda sempre e comunque”.
L’unica soluzione, secondo la Zanardo, che vada oltre la sensibilizzazione della gente su queste tematiche ma che porti cambiamenti reali, è la riforma dell’Auditel: “la via principale a una programmazione migliore, l’unica azione concreta che può restituire a tutti noi una tv, pubblica e privata, che sia davvero fonte di intrattenimento, informazione ed educazione.
Valeria Gentile