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Giornalismo di precisione

Giornalismo di precisione, un panel in cui si è parlato di giornalismo di precisione con Josè Luis Dader dell’Università Complutense di Madrid, via Skype con Ilvo Diamanti della Repubblica, con Steve Doig della Walter Cronkite School of Journalism and Mass Comunication, Domenico Crognali, giornalista e Mario Tedeschini Lalli, del Gruppo Espresso.

L’utilizzo di tecniche e metodi di tipo scientifico nell’ambito giornalistico è ostico alla gran parte degli addetti al settore. Secondo Ilvo Diamante, è necessario usare materiale di qualità e mezzi di ricerca tentando il più possibile di agire con rigore e completezza, e negli stessi articoli rinviare alle fonti. Il professor D’Ader ha proseguito poi, riferendosi sempre alla sua realtà professionale e cioè quella spagnola, dicendo che esistono tre metodi per fare questo tipo di giornalismo e cioè l’inchiesta sociale, l’esperimento di campo, l’analisi di statistica. Sono considerati degli strumenti per garantire l’obiettività delle notizie. Altra cosa fondamentale da fare è essere assolutamente trasparente rispetto al metodo utilizzato con i lettori. Per quanto riguarda lo stato di questo tipo di giornalismo in Italia, a parte una delle rare esperienza come quella di Diamante, c’è una generale diffidenza verso il genere. È bastato ricordare la diatriba inerente i presunti numeri forniti dai giornali, dagli organizzatori e la prefettura circa il numero dei partecipanti della manifestazione del PDL nella piazza di San Giovanni a Roma. I numeri dati erano non solo totalmente discordanti ma anche assurdi. A questo punto ha raccontato la sua esperienza Steve Doig quando si trovò a calcolare la folla presente all’inaugurazione della presidenza Obama. Per riportare una stima su un giornale,come lui fa, non si può solo chiedere agli organizzatori o alla polizia ma cercare già da prima dell’evento di calcolare misure e possibili densità di persone concentrabili negli spazi. La parola è stata passata dal moderatore per l’ultima volta a Ilvo Diamante prima dell’interruzione del collegamento via webcam, per chiedergli se il contenuto dei suoi libri, le statistiche, le operazioni alla base di esse possono andare a costituire il contenuto di articoli di quotidiani come quello presente oggi sulla prima pagina dell’Usa Today. In Italia, secondo lui, in un momento di crisi ideologica come questa, bisogna parlare delle questioni per cui si vanno a raccogliere i dati e spiegare l’utilità dei numeri. Tutto il giornalismo dovrebbe essere di precisione e riportare le misure su cui si fondano le notizie.Ha continuato poi D’Ader dicendo che a parte la scarsa manualità con statistiche e operazioni dei giornalisti, c’è proprio un’avversione della politica verso un approccio di tal genere, che la costringerebbe a confrontarsi troppe volte col l’evidenza dei fatti. Un aneddoto sicuramente brillante è stato quello di Steve Doig, il quale ha raccontato di come scrisse un articolo per il Miami Herald in cui tramite dei calcoli precisi e riportati, arrivò alla conclusioni che in Florida nelle elezioni del 2000, era stato Al Gore in teoria il vincitore. Col sorriso sulle labbra ha ripetuto qualcuna delle invettive che gli furono mosse dai repubblicani. In ogni caso ha detto che sarebbe stato un articolo scritto comunque anche se a vincere fosse stato Bush poiché la responsabilità di un giornalista è quella di dover sempre riportare “something close the truth”. Se fosse possibile la pubblicazione di un articolo del genere in Spagna o in Italia, è stata la seguente domanda del moderatore passata prima al collega spagnolo poi a Mario Tedeschini Lalli. Gli ostacoli dei due paesi europei sono molti: il primo la difficoltà di accesso ai dati della pubblica amministrazione, e in Spagna secondo il professore, l’abitudine a un tipo di giornalismo “de declaration” invece che di precisione. L’ultimo interrogativo è stato se in televisione potesse attecchire e avere successo un tipo di metodo d’inchiesta del genere. Ma la necessità di azione che impone l’informazione televisiva consentirebbe solo a alcuni argomenti trattati con metodi rigorosi di risultare appetibili per il pubblico.E su quest’opinione si sono trovati d’accordo tutti e quattro i giornalisti. Domani, sempre all’hotel Brufani, per chi si sia iscritto precedentemente, ci sarà la possibilità di seguire un workshop con computer alla mano per imparare tecniche per fare giornalismo di precisione.

Gloria Lattanzi

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