Oliviero Toscani: il giornale e il giornalismo che vorrei.
Lunga fila fuori dal Teatro Pavone giovedì pomeriggio, per assistere al workshop tenuto da Oliviero Toscani, il famoso fotografo. Ed è proprio la fotografia, o meglio l’arte della fotografia, il filo conduttore dell’incontro. Ed infatti come sottofondo alle sue parole si susseguono le particolari immagini prese dal magazine Colors.
Un nuovo modo di fare giornalismo è ciò che Toscani auspica presto in Italia. Nonostante ciò, si reputa un fan sfegatato del giornalismo cartaceo, ed è riluttante verso i “vecchi ventenni” della generazione digitale e computerizzata che porta a stare gobbi sullo schermo, vicini, ma allo stesso tempo lontani gli uni dagli altri. Ancor più riluttante, se non proprio negazionista, lo è quando parla della televisione. Un mezzo di comunicazione che è in ritardo, secondo lui ormai, e la quale non fa assolutamente informazione. Ciò che viene trasmesso non è una notizia; cioè che viene trasmesso è uno sberluccicare di plexiglas, misto a smalti. E ci va giù duro quando dice che la tv ha creato teledipendenti che si sono trasformati in telecretini, condizionando l’etica, il gusto e la cultura stessa. E partono gli applausi.
Ormai l’informazione passa per altri canali, continua, che non sono più le solite frasi di inchiostro. Ora è fatto di immagini, che non hanno bisogno di commenti, come si legge sui quotidiani: in prima pagina una foto di Obama che scende dall’elicottero e il titolo dice Obama scende dall’elicottero. La foto ce lo dice ancor prima che leggiamo, la foto comunica meglio delle parole. Ma non finisce qui, anche l’impaginazione, la forma, sono valori per il nuovo giornalismo. Bisogna essere “immaginatori” e quasi rinascimentali nel servirsi, mescolando, foto, video e scrittura per creare la nuova notizia, senza fossilizzarsi su un unico strumento.
E quando arriva la domanda di come lui immagina il suo giornale, Toscani ce lo spiega ideando una grande avenue che rappresenta il tema portante e dalla quale si diramano le varie viuzze che fanno da corollario e che completano l’informazione rispetto al tema centrale. Un giornale, precisa, che non contiene né notizie nè celebrities, ma una didascalia che si relaziona in rapporto all’immagine.
Augurandosi di ritrovarsi qui l’anno venturo, si congeda dal pubblico.
Danilo Taverna