Frasario di Beha
Io parlo di calcio perché sono laureato in storia medievale. Le cose sono collegate.
Ho incontrato Oliviero Beha fuori dalla sala Galeazzo Alessi, seduto sugli scalini per i fatti suoi. Non potevo non avvicinarmi e provare a scambiare due parole prima dell’incontro, e ho fatto una magra figura. E’ vero che, a sua stessa detta, «la sua superbia è nota», ma è partito in quarta e non sono riuscito a farmi capire.
Ecco alcune delle frasi con qui mi ha annegato. Il resto sono altre perle che ci ha regalato nel panel.
Hai letto il mio articolo di oggi sul Fatto Quotidiano? No?! Beh fare il festival del giornalismo per non leggere i giornali è magnifico.
No io non penso. Io guardo ai fatti. Prendo quelli. (promemoria: vietata la domanda “cosa ne pensa…?”)
Uno se la sente di fare le pulizie pasquali in un paese che è tutto sporco, marcio?
Silvio Berlusconi è stato il più lucido di tutti. Rivolto ai giornalisti sportivi: «Tutta la stampa dovrebbe essere come voi».
Il giornalismo italiano guarda poco all’antropologia dello sport. Giornalismo di un’Italia così poco antropologicamente sportiva.
I soldi vinti dall’Italia al Mondiale dell’82 sono stati portati in nero sull’aereo di Stato, mentre giocavano a scopone scientifico Zoff, Bearzot e Pertini.
L’Italia non avrà gli Europei del 2016. Lo sanno anche in Federazione. Ma fanno di tutto per mantenere la candidatura così da far passare la legge sugli stadi solo per la speculazione edilizia. Come con i mondiali di nuoto.
Se racconti il calcio così com’è ti fanno un culo così. Io ho detto quello che penso. Mi sono scontrato in tribunale col mio datore di lavoro, Repubblica, e mi sono arrivate minacce di morte. Mia moglie disse: «O ti ammazzano, o ci rimetti la carriera». Per fortuna mi è andata bene.
Ma nonostante tutto, riesce ancora a tifare. E per spiegarlo usa una metafora.
Io mi immagino il Calcio come una donna al gabinetto. La amo lo stesso, per sopravvivere.
Pierpaolo Filomeno