Eretici Digitali e il salvataggio del giornalismo
Smettetela di chiedere a Vittorio Zambardino, autore assieme a Massimo Russo di “Eretici Digitali: la rete è in pericolo, il giornalismo pure. Come salvarsi”, se i giornali scompariranno a causa dell’avvento di internet.
E’ ovvio che ciò non avverrà.
Oggi si parla di giornalismo digitale, ma la sostanza non è cambiata. Ciò di cui ci si deve preoccupare non è salvare il giornale da questo Titanic in affondo che è l’editoria, ma riuscire a portare sulla scialuppa di salvataggio il Giornalismo.
E’ evidente che come l’avvento della televisione non ha cancellato la radio, non sarà internet a eliminare il valore della stampa. E’ grazie al digitale anzi, che il giornale può veder arricchirsi la valenza politica che lo caratterizza. Ecco che Zambardini rassicura la platea di aspiranti giornalisti parlando di come cambieranno i contenuti, le professioni, i ricavi, gli utenti. La forma del giornalismo digitale è diversa, ma le notizie saranno sempre quelle perché la realtà che c’è lì fuori deve essere raccontata.
La rete ha grandissime potenzialità da offrire al giornalismo, ma nasconde anche filtri impercettibili che possono minarne la libertà d’espressione. Questo afferma Massimo Russo facendo riferimento agli intermediari del lavoro sul web: le compagnie di connessione che decidono i prezzi degli abbonamenti a internet, i produttori di dispositivi come Apple per l’i-phone, i motori di ricerca come Google e i social network.
C’è davvero totale libertà d’espressione sul web?
Apple decide quali applicazioni possono essere fruite con il suo i-phone e quali vadano scartate. E’ successo con le vignette satiriche di Mark Fiore che ha vinto il premio Pulitzer grazie ai suoi cartoon sul potere americano che però non si possono vedere sui dispositivi targati Apple.
E ancora, Google è sempre così trasparente sulle sue operazioni, e sulle richieste di rimozioni di contenuti che riceve dalle autorità?
Il potere di veto degli intermediari dei dispositivi digitali è ampiamente trattato nel libro Eretici Digitali, assieme a dieci tesi su come si possa salvare il buon giornalismo.
Va da sé che la rete è ora l’unica eresia che può riportare a galla il titanic in affondo della stampa.
Francesca Di Felice
“After Jugo” di Marco Pavan e “Eleven Catania” di Step1 hanno vinto ex aequo il primo posto del premio “Eretici digitali”. Marco Pavan non è potuto essere presente alla premiazione perché è rimasto bloccato a Londra. Invece abbiamo potuto intervistare gli studenti di Step1.
Vi proponiamo la piccola videointervista: