Dall’informazione alla formazione
Alessandro Ferruggia, giornalista del Resto del Carlino, Gaetano Prisciantelli, giornalista freelance e Marco Gisotti, direttore di Modus Vivendi, hanno tenuto un workshop su come scrivere e trattare le tematiche inerenti l’ambiente nella Sala Multimediale del Palazzo Cesaroni. Nell’ incontro a far da protagonista è stato un dialogo coinvolgente con il pubblico, in gran parte composto da studenti.
Nell’ultimo periodo, l’argomento spinoso legato all’ambiente è e continuerà ad essere quello dei cambiamenti climatici. Su di esso è in corso un dibattito tante volte pilotato e strumentalizzato. Il CLIMATEGATE è stato il fulcro delle trattative tra i capi di stato a Copenaghen, poiché rappresenta forse la più impellente questione dove entrano in gioco interessi economici di portata non indifferente e linee di pensiero contrapposte.
Se da una parte i climatologi appaiono spaccati in due correnti, di quelli fautori della teoria secondo cui i cambiamenti ci sono e in parte sono di natura antropogenica (cioè generati dall’uomo) ,dall’altra gli scettici che criticano questa visione a loro avviso troppo catastrofica. In tale contrasto il ruolo dell’informazione quale deve essere?
Questo è il quesito fondamentale a cui i tre giornalisti hanno tentato di offrire una risposta.
Prima di tutto, le industrie e i soggetti cui fa comodo sponsorizzare una tesi negazionista spesso influenzano le linee editoriali, di cui spesso un giornalista è costretto a subire la pressione. Altro problema diventa il peso che queste notizie vanno a rivestire, spesso relegate nelle ultime pagine di un quotidiano. Infine il terzo punto o meglio scoglio da superare resta l’indifferenza di molta parte della popolazione, incapace di comprendere la gravità del problema dei cambiamenti della temperatura terrestre. Al di là di questa specifica questione, manca proprio un’educazione alla eco sostenibilità dei gesti quotidiani. Proprio in merito a ciò sono intervenuti i giovani presenti, diventando parte attiva del dibattito. Dalle opinioni espresse, forse il nocciolo di tutto non consiste nell’effettiva mancanza di informazione, ma nell’assenza di una concretizzazione di quest’ecologia che alla fine rimane soltanto mera teoria o insieme di buoni propositi. Manca l’esempio da parte di chi giovane non è più , e per contro esiste una contraddittorietà intrinseca di messaggi che da una parte incitano al consumismo dall’altra sponsorizzano prodotti e comportamenti ecosostenibili.
Il ruolo dei giornalisti quindi, rimane quello di saper dare il giusto spazio alle notizie, di raccogliere il contradditorio tra i pareri dei luminari in materia, dando il giusto peso alle varie tesi, analizzando e scremando i punti di vista di chi spazia in ambiti di non diretta competenza, annaspando in cerca di visibilità.
Ai temi ambientali in generale, la giusta importanza verrà data sicuramente quando sarà troppo tardi, e cioè solo quando gli eventi assumeranno una portata catastrofica capace di soddisfare la sete sensazionalistica delle testate. Con quest’amara considerazione i tre giornalisti hanno concluso il workshop.
Gloria Lattanzi