LE SCINTILLE DI GAD LERNER
Lerner è uno di quei personaggi che non si dimenticano facilmente. Da volontaria del Festival posso dire, con tutta sincerità, che Gad è scritto in quella lista di nomi in cui un’aspirante giornalista vorrebbe vedere, prima o poi, anche la sua di firma. Parlo dei “giornalisti-giornalisti”, come li ha definiti in altra occasione Marco Risi. Quelli che cercano la notizia sul campo e che poi la sezionano, la analizzano. Non i giornalisti impiegati, qui si è di fronte a tutta un’altra filosofia di vita. Non a caso, l’incontro è stato uno dei più attesi del Festival, aspettato con partecipazione e, nel suo dispiegarsi, sorprendente. Infatti, ad essere suonato è un ritmo diverso, a parlare è un Lerner diverso. Messo da parte il tono acerbo de L’Infedele, Gad presenta il romanzo Scintille. Una storia di anime vagabonde. Accompagnato dall’eccellente Joumana Haddad, mette da parte il compito di giornalista per vestire il ruolo di autore, di letterato. E come succede sempre quando si ha a che fare con uomini del suo livello, il libro diventa rampa di lancio per una discussione che supera le questioni autobiografiche di per sé contenute nel romanzo e comincia a parlare di esistenzialismo. L’altro e il suo riconoscimento, il confronto con la Storia, il difficile rapporto tra generazioni diverse. Lerner ripercorre gli episodi essenziali della storia della sua famiglia e, insieme, del Novecento: dalla diaspora, la Shoà fino al conflitto israeliano-palestinese. Un movimento fa da filo conduttore: quello delle gilgul, il vorticoso circolare delle anime bibliche che chiedono di essere riconosciute e che cercano riconciliazione. Infatti è proprio il confronto con il passato e con l’esodo che evita a Lerner l’incompletezza toccata agli altri membri della famiglia: il padre Moshè segnato dal trauma della Galizia yydish, nonna Teta addolorata per lo stermino di gran parte dei Lerner a Boryslaw, la madre Tali che ricorda la bellezza esoterica della Beirut del passato. Tutti segnati dalla mancanza della riconciliazione con la Storia, tutti trasportati dalla corrente delle gilgul. Invece Lerner trova la soluzione senza andare troppo lontano; nello scontrarsi delle anime è possibile la catarsi. La nemesi è scongiurata perché Gad riconosce tutte le scintille e, in questo modo, le lega armonicamente. Nato a Beirut, libanese e israeliano, ebreo ma anche italiano, europeo, interista e milanese. La prova di come riescano, senza difficoltà, a sussistere più identità nella stessa persona. Un continuo e costante valicare le frontiere e le definizioni: l’unico esodo in grado di sanare l’angoscia delle gilgul.
Marta Facchini