Stephan Russ-Mohl: il “triangolo delle Bermuda” del giornalismo
“Il giornalismo è il cane da guardia del potere, ma questo cane ha bisogno di mangiare”.
Un concetto semplice e dirompente quello espresso da Stephan Russ-Mohl, direttore dell’European Journalism Observatory: il giornalismo, soprattutto se di una certa qualità, ha un costo. Fare inchieste, sporcarsi le mani, arrivare al fondo della notizia, scovare la stessa; propositi spesso destinati a rimanere tali se chi dovrebbe attuarli non riceve un compenso che ne motivi e ne riconosca l’impegno. La condivisione di addetti ai lavori e pubblico è totale. Del resto il problema della giusta retribuzione attraversa ogni settore, accanendosi però in modo rilevante sulla cultura.
L’analisi di Russ-Mohl è molto accurata, arriva fin nei particolari: “la vera domanda non è cosa succederà ai giornali cartacei, ma cosa succederà al giornalismo. Chi pagherà per la sua realizzazione”?
Un quesito legittimo, rivolto a più destinatari: “la professione si sta dirigendo verso un pericoloso triangolo delle Bermuda: 1) Internet, in cui tutti leggono, ma nessuno paga; 2) Pubblicità poco presente sul web. I social network come Facebook sono molto più appetibili; 3) Pubbliche relazioni: crescono progressivamente, al contrario dei giornalisti. Producono anche loro notizie, ma la qualità è ben altro”.
Eppure il direttore dell’European Journalism Observatory non avverte Internet come una minaccia: “fra 10 – 15 anni non ci sarà più carta stampata. Questo non è necessariamente un problema, sul web i costi di un giornale si ridurrebbero tantissimo, ma i cittadini devono convincersi che anche su Internet bisogna pagare per un giornalismo di qualità”.
Applausi convinti dal pubblico, per l’occasione non pagante. Resta da capire in quanti metteranno mani al portafogli.
Francesco Casaburi