Verità e realtà tra new e old media
Esiste una realtà oggettiva? O tutto ciò che vediamo e conosciamo è irrimediabilmente strutturato dai politici, dagli spin doctors e dai vari esperti della comunicazione? A quanto pare, secondo il giornalista del Financial Times, John Lloyd, è la seconda ipotesi ad avere la meglio. Lo ha affermato, per spianare ogni dubbio, in apertura dell’incontro dedicato al tema “Verità e realtà, tra new e old media”.
Un’ipotesi che però non ha trovato d’accordo l’altro ospite intervenuto al dibattito, il neo direttore de Il Sole 24 Ore, Gianni Riotta, che ha denunciato l’idea diffusa secondo cui la verità e l’obiettività sono ormai ideologie del secolo passato. Posto, dunque, che ognuno ha diritto alle proprie opinioni, non si possono, secondo Riotta, cambiare i fatti a seconda dei propri desideri. E ciò risponde a quella che dovrebbe essere la miglior guida alla filosofia del giornalismo, che affonda le proprie radici in un passo del Vangelo di San Giovanni: “Voi conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi”.
Sulla stessa riga si è posto John LIoyd che, con enfasi , ha spiegato alla platea del Teatro Pavone, composta in gran parte da giovani aspiranti giornalisti, che “la ragione per la quale vale la pena essere giornalisti risiede nella capacità di accendere una luce nel buio”.
E questo nonostante il narcisismo, l’autoreferenzialità, la subalternità , vizi in cui troppo spesso i giornalisti inciampano, come il direttore ha denunciato anche durante l’incontro .
E secondo una parte del pubblico, che polemicamente ha abbandonato la sala durante l’incontro, ad inciampare è stato lo stesso Riotta che sembra aver poco apprezzato le domande riguardo le motivazioni della sua nomina alla direzione al Sole 24 Ore, o quelle relative alla non copertura (o copertura parziale) di alcuni servizi da parte del Tg1 quando lui era direttore.
C’è oggi da parte dei giovani una richiesta di chiarezza, di schiettezza, di aperte prese di posizione.
E stando a quanto dichiaratoci da alcuni ragazzi che sono usciti dal teatro, è stata proprio la mancanza di questi aspetti ad aver attirato nei confronti di Gianni Riotta qualche espressione di disappunto. “Le risposte fornite da Riotta non mi hanno soddisfatta – ha dichiarato una studentessa di una scuola di giornalismo – mi aspettavo un direttore più vicino a noi giovani”.
Paolo Esposito e Maria Stella Narciso