Photo editor, una professione sconosciuta
“Che lavoro fai?” “La photo editor” “Cosa?” Questo è ciò che accade quotidianamente a Tiziana Faraoni, photo editor de L’espresso. E anche dopo molte spiegazioni i dubbi restano. “Ma sei una fotografa o una giornalista?” A questo punto Tiziana sorride e si limita a dire “lavoro in un giornale”, ponendo fine ad ogni perplessità.
A non capire non sono solo i non addetti ai lavori, ma anche gli esperti. “Quando ho sostenuto l’esame per diventare giornalista professionista- racconta la Faraoni – la prima domanda che mi hanno posto è stata: ma tu cosa fai nel giornale che non lo abbiamo capito?”
Anche l’enciclopedia del web, wikipedia, ignora chi siano i photo editor, non dedicando alcuna pagina a questa professione.
Ma allora cosa sono i photo editor? Non è facile darne una definizione, oltre ad essere l’intermediario tra il giornalista ed il fotografo, il photo editor si occupa di preparare reportage e foto story. Questa professione, nella stampa italiana, non è riconosciuta neanche a livello contrattuale da parte degli editori. “All’estero non solo la figura del photo editor esiste da anni, ma sono nati anche numerosi festival dedicati esclusivamente al giornalismo fotografico, fondamentali momenti di scambio e quindi di arricchimento”.
“Un giovane che oggi voglia avvicinarsi al mondo del photo editing si trova in difficoltà: non esistono, in Italia, scuole e corsi che preparino a questa professione. Solo negli ultimi anni alcune facoltà stanno affiancando ai corsi in giornalismo quelli in fotogiornalismo, ma la strada è ancora lunga. Consiglio a chi vuole intraprendere questo mestiere – conclude la Faraoni – di studiare tanto, prendere confidenza con i libri di fotografia e sviluppare uno spirito critico. Fondamentali sono anche gli wokshop: il confronto con altri esperti del settore è , infatti, indispensabile per crescere.”
Jessica Camargo Molano