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Giornali universitari, la Svizzera docet

Il Festival Internazionale del Giornalismo guarda al futuro e lo fa organizzando una tavola rotonda tra i principali giornali universitari. Dodici testate, undici italiane ed una estera, della Svizzera italiana, che si sono confrontate su come risolvere i problemi e le difficoltà che impediscono lo sviluppo dei giornali universitari.
In tutto il mondo alle testate universitarie viene riconosciuta grande importanza: negli Stati Uniti , ad esempio, sono considerate  un vero trampolino di lancio per i giovani che poi decidono di proseguire la carriera giornalistica. Nel nostro paese la situazione, invece, è molto diversa. I giornali universitari lottano quotidianamente per la propria sopravivenza: gli atenei non concedono né i fondi né gli spazi necessari per lo sviluppo della stampa universitaria. In quasi tutte le università italiane, infatti, i fondi destinati alle attività studentesche vengono assegnati a progetti legati alla rappresentanza politica, di conseguenza i giornali universitari, non avendo una precisa connotazione politica, non ottengono fondi se non in maniera esigua.
Ma allora cosa possono fare i giornali universitari per sopravvivere? Basta guardare Oltralpe per capire quali sono le prospettive e gli obiettivi che un giornale universitario può raggiungere. “Io vedo il mio giornale come un’azienda” ha dichiarato Desirée Haupts direttrice de L’universo. La testata di Lugano, nata nel 2003, può vantare una tiratura di 46mila copie. “Noi non disponiamo di fondi universitari, siamo autonomi- spiega Desirée – il consiglio che mi sento di dare a tutti i le testate qui presenti è quello di distaccarsi il più possibile dall’università, in modo da poter diventare effettivamente un organo di stampa autonomo che denunci anche gli eventuali non funzionamenti dell’ateneo stesso.
Insomma, la strada è chiara: per realizzare un buon progetto editoriale non basta avere delle belle idee, ma bisogna anche rimboccarsi le maniche

Jessica Camargo Molano

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