Il fenomeno delle web tv
Nel mondo del giornalismo attuale, le web tv occupano un posto sempre più rilevante, accanto al mondo dei social network. I dati attuali sono molto incoraggianti e a discuterne sono
, fondatore Altra.tv e Guido Scorza dell’IPI. I principali network che gestiscono web tv utilizzano Facebook per l’88%, You Tube per il 60% e Twitter per il 30%. Il traffico attuale dei device mobili è del 15% delle web tv mentre soltanto nel 2011 era del 2%. Tra le innovative piattaforme di web tv abbiamo Mia Sorrento, in cui i clienti stranieri raccontano l’esperienza vissuta nella costiera sorrentina.
Per quanto riguarda la sostenibilità economica, le web tv si mantengono grazie al 34% dalla Pubblica Amministrazione, dal 19% dalle piccole-medie imprese e dal 2 % dai fondi europei. Molte web tv utilizzano anche strumenti di geolocalizzazione come Foursquare.
Per creare una web tv c’è bisogno di un’autorizzazione da parte dell’editore, nello stesso modo in cui i canali nazionali all’epoca hanno iniziato la propria attività. Mentre adesso è un po’ più semplice, nel senso che se non si raggiunge più di 5000 euro di fatturato durante il primo anno di attività, questa autorizzazione non serve . Il passo successivo è iscriversi al Registro degli Operatori di Comunicazione. La tipologia dei contenuti è molto varia ma più sono localizzati e specializzati più il pubblico è attento ai programmi digitali. Il consorzio delle web tv è molto importante per sostenere le singole realtà televisive e bisogna avere molti canali aperti per la pubblicità.
A cura di Nicoletta de Vita