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Intervista ad Alma Maria Grandin

Foto Chiara Di Giorgi

Alma Maria Grandin  giornalista professionista dal 1994, è caposervizio alla redazione Internet del TG1 e autrice del libro www.viraccontoiltg1.rai.it. La giornalista è intervenuta al Festival del giornalismo nell’incontro “Dal teleschermo al monitor, il percorso della notizia”.

Crede che la rete cannibalizzi la professione del giornalista?

A.M.G: “Non credo che la rete cannibalizzi la professione del giornalista perché per avere notizie certe la rete deve avere un brand alle spalle che possa certificare la notizia. Per esempio la notizia pubblicata sul sito del Tg1, del Corriere, di Repubblica o della Stampa deve essere una notizia vera, e questo lo capisci se alle spalle hai un brand che ti può garantire che chi lavora in quella testata sia un professionista. Quindi non credo proprio che la rete possa cannibalizzare la nostra professione anzi secondo me la qualifica di più perché scrivere in rete significa verificare la notizia in tempi brevi per far sì che quando vada on line sia già stata certificata e valutata dal professionista anche perché in rete è facilissimo prendere delle bufale”.

Parliamo del Tg1 on line?

A.M.G.: “L’idea venne a Minzolini che volle questa redazione on line appoggiata dalla Rai, perché l’azienda non aveva un grande sito d’informazione legato al Tg1. L’idea era proprio quella di traghettare gli utenti del telegiornale sul sito affinché ci sia un passaggio di notizie dal teleschermo al monitor perché le due piattaforme non si annullano anzi lavorano insieme affinchè la notizia passi dall’on line alla tv e viceversa”.

Un aspetto interessante è che la redazione è formata da gente giovane e in un periodo in cui si parla molto di accesso alla professione proprio per i giovani, può essere questo un modo per creare nuovi posti di lavoro?

A.M.G.: ” La rete crea dei posti di lavoro a differenza di quando ho iniziato io, 25 anni fa, che c’erano solo i quotidiani. La rete, inoltre, stimola i giovani  a crearsi da sé nuovi posti di lavoro.

Da dove provengono questi ragazzi, se dalle scuole di giornalismo o da esperienze pratiche?

A.M.G.:”I giovani che lavorano con noi hanno un’età media bassissima che va dai 25 anni ai 32 anni e provengono tutti dall’università, dalle scuole di giornalismo di università pubbliche e private di tutta Italia.

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