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Social network al servizio dell’ambiente

Photo credit Diego Figoni

Per avere uno stile di vita ecosostenibile bisognerebbe tornare al contatto concreto con la terra e con le sue potenzialità. Ma per fare questo, nel mondo attuale, c’è bisogno dei social networks. Può sembrare un controsenso, ma è così. La conoscenza dell’ambiente e delle battaglie che riguardano la sua difesa non può prescindere dai più innovativi strumenti di comunicazione. E questo è ancora più vero se si tratta di giovani e giovanissimi, avvezzi alle tecnologie molto più che alla natura.

 

Se n’è discusso stamattina, nella Sala dei Notari, durante l’incontro “Web 2.0 & Tradizione: Insieme per l’ambiente”. A moderare il dibattito il Professor Antonio Boggia dell’Università degli Studi di Perugia, il quale si è detto soddisfatto per «l’importante momento di condivisione sulle tematiche ambientali che vede coinvolti giovani di tutte le età, dagli allievi delle scuole medie  agli studenti universitari». Ai primi sono state distribuite delle brochures con giochi e questionari, per rendere interattivo il workshop e favorire l’incontro tra il sapere degli esperti e le curiosità del pubblico.

 

Numerose le esperienze messe a confronto, come ‘Decrescita felice’, network che intende promuovere uno stile di vita più sobrio e sostenibile, o  ‘EnviNet‘, social network nato dallo spin-off dell’Università di Perugia. «In EnviNet – ha spiegato Lucia Rocchi, ricercatrice dell’ateneo perugino – si parla di tutto ciò che riguarda la sostenibilità, la protezione della natura e dell’ambiente. La struttura è quella classica del network, per cui chiunque può dare il suo contributo. Il motivo per il quale dovreste essere in EnviNet? – ha chiesto la ricercatrice ai giovani in platea – Perché si parla anche del vostro futuro».

 

I social network, dunque, come strumento per suscitare interesse e amore per l’ambiente. Ma attenzione ai rischi che possono nascondersi  nel digitale. «Questi strumenti garantiscono immediatezza ed interazione con il lettore – ha affermato Elena Livia Pennacchioni di italiambiente.it –  ma possono condurre alla mancanza di contatto con la realtà viva e ad una certa omologazione nelle notizie. Il web è un mezzo, non il fine. Il fine è creare una rete di persone fisiche che si interessano alle tematiche ambientali».

 

Silvia Aurino

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