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Fare Notizia: il bello e il brutto del giornalismo spiegato nel nuovo numero di Colors

Patrick Waterhouse, direttore di Colors - Credits: Pietro Viti

Veder sventolare una bandiera con il logo di una rivista non è cosa comune. Almeno all’autore di questo articolo non era mai capitato. Non è cosa comune neanche il marchingegno che si nota una volta varcata la porta del piccolo locale affacciato su Corso Vannucci, dove fuori sventola appunto la bandiera di Colors, rivista trimestrale monotematica edita in inglese e tradotta in nove lingue.

Il marchingegno di cui sopra è una “macchina delle notizie”, ed è un progetto collaterale al lancio in anteprima mondiale al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, del nuovo numero della rivista, dedicato al processo di formazione delle notizie. In estrema sintesi, lo scopo della “News machine” è mostrare come una notizia viene modificata, distorta dalla circolazione nel sistema mediatico.

La macchina funziona così: si attiva quando riceve un tweet al proprio account @colorsmachine, il tweet viene letto da un altoparlante, un registratore registra il messaggio che poi compare scritto su un teleschermo che è a sua volta inquadrato da una telecamera che trasmette il messaggio via radio ad un microfono. Una volta completato il giro di tutti i media, una stampante rende all’autore del tweet il messaggio distorto dal processo di circolazione nei vari media. Così, quando l’autore di questo articolo ha twittato alla macchina un semplice “Fantastic idea”, il messaggio restituitogli dalla macchina è stato “Fantastic”. Nessuna sorpresa: che le idee non fossero cosa gradita al circuito mediatico era cosa ben nota all’autore.

Insomma, se ancora non lo aveste capito, poche cose della rivista “Colors” possono essere considerate comuni. A partire dal giovane, trentunenne, direttore, Patrick Waterhouse. Arrivato a Fabrica (il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton, dove si trova la redazione) nel 2006 come studente, nel 2011 ne è diventato il direttore.

Così come comune non può essere considerato il contenuto: in ordine cronologico, gli ultimi tre numeri della rivista trattavano gli argomenti “Felicità”, “Apocalisse”, “Mercato” (il numero 82 era “Merda: un manuale di sopravvivenza”). L’approccio del magazine al giornalismo viene comunemente definito “slow”, lento, con numerosi approfondimenti, storie locali e numerose immagini.

Nell’ultimo numero, “Fare Notizia” vengono esplorate le dinamiche con cui si formano le notizie nel giornalismo contemporaneo. Per esempio, dice Waterhouse che “il 60% degli articoli sui quotidiani britannici è copiato da comunicati stampa o agenzie”. “Spesso – continua il direttore – non ci piace scoprire come si forma una notizia, ci fa schifo”. Dai paparazzi che usano droni personali per fotografare le star, alla calca di fotografi in cerca dello scatto del corpo di una ragazzina uccisa per strada. (Anche) questo è giornalismo.

 

Andrea Alfani

@alfaniandrea

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