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Dire no a “O’ Sistema”

“L’informazione sulla camorra è molto frammentaria, va sui giornali solo la notizia di cronaca.”  Ruben Oliva, giornalista autore di diverse inchieste, da Berlusconi alle mafie, critica apertamente i giornali che non raccontano storie di mafia. Non attraggono, e per questo si preferiscono altri argomenti come il gossip o la cronaca nera.
O’sistema è il primo incontro organizzato dal Festival Internazionale del Giornalismo per parlare di giornalismo e mafia. Il titolo riprende un documentario-inchiesta di Ruben Oliva e Matteo Scanni sulla camorra. I due giornalisti si sono recati a Casal Di Principe, nel casertano, feudo del clan dei casalesi.
L’indagine ci mostra come in Campania la camorra riesca ad arruolare facilmente i giovani in cambio di soldi, e come i boss casalesi siano riusciti a non farsi scoprire per tanti anni restando nascosti in bunker sotterranei.
“O’sistema è stato fatto molto prima di Gomorra – afferma Ruben Oliva – ma se non avesse vinto il premio Ilaria Alpi non avrebbe avuto la stessa risonanza, perchè tantissimi documentari sono visti in  tv straniere e non in Italia”.
La seconda parte dell’incontro è dedicata alla visione de “La Santa”, il nuovo documentario di Ruben Oliva e  Enrico Fierro. Un viaggio nella ‘ndrangheta sconosciuta, ma che pochi sanno essere la mafia più potente e forte al mondo. “La ‘ndrangheta ha filiali in tutti e cinque i continenti, e fattura il 3,5 del Pil, pari a quasi 50 miliardi di euro. San Luca è l’olimpo della mafia, la città dove avvengono le decisione dove vivono i boss.”
La ‘ndrangheta, secondo l’indagine de “La Santa” si è evoluta: gli affiliati sono spesso laureati, incensurati e utilizzano le nuove tecnologie, come Skype.
“Le mafie tornano utili per governare-accusa Oliva- perchè finanziano gli appalti”.Per questo c’è disinformazione, che, involontariamente “si trasforma in complicità.”

Gerardo Adinolfi

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