Cronaca dell’emergenza e giornalismo partecipativo: gli esempi di una collaborazione reale
Catastrofi naturali, fenomeni atmosferici di intensità mai registrate prima, emergenze quotidiane e grandi crisi. Nell’era dei social media, della condivisione e della partecipazione, i media mainstream si prodigano per coinvolgere i lettori per ottenere maggiori informazioni in tempo reale. Il cittadino ha ormai tutti gli strumenti per partecipare attivamente al flusso d’informazioni che, nei momenti di emergenza, aumenta in maniera esponenziale. Dal naufragio della Concordia all’alluvione di Genova, testate giornalistiche come Il Tirreno, Il Secolo XIX, VareseNews con le loro redazioni web hanno, con diverse modalità, canalizzato i contributi degli utenti, i video e le foto, per servizi di utilità e per una cronaca diretta delle emergenze.
Il lavoro delle redazioni, però, non si ferma alla pubblicazione senza mediazione dei contributi dei cittadini-utenti, ma si focalizza sull’approfondimento della notizia nata dalla partecipazione attiva del cittadino che, in fasi successive viene contattato, intervistato o coinvolto in iniziative comunitarie.
L’esempio proposto da Diana Letizia del Secolo XIX è quello relativo al post alluvione e agli angeli del fango protagonisti diretti nella scelta dei video e delle foto che, secondo loro, meglio documentavano la reazione d’orgoglio all’evento naturale. Tra i diversi esempi di giornalismo partecipativo applicato alla cronaca dell’emergenza ha colpito molto il progetto di Marianna Bruschi de la Provincia Pavese. E’ cronaca d’emergenza quotidiana quella raccontata dalla Bruschi grazie alla collaborazione, attraverso tweet, commenti su Facebook e foto, dei pendolari pavesi stremati dalle pessime condizioni dei treni che sono costretti a prendere ogni maledetto giorno. “Da un semplice hashtag come #trenipv siamo riusciti a conoscere in tempo reale le emergenze che vivono quotidianamente i pendolari pavesi. Il progetto, nato a dicembre, continua ancora oggi e i pendolari hanno creato una comunità che si scambia notizie di vario genere; dal loro contributo nasce un articolo sul web che poi giunge all’edizione cartacea e dunque all’edicola. E’ un dialogo continuo tra noi e i nostri lettori che cresce di giorno in giorno”.
La conclusione del workshop è affidata alla dottoranda Elena Rapisardi che descrive in maniera accurata come la folla, the crowd, si sia evoluta in questi anni e come grazie alla condivisione in tempo reale, alle geolocalizzazioni e alle crowdmap, la resilenzia (la nostra capacità di reagire in modo corretto ai rischi e alle emergenze) possa svilupparsi ancor di più. “Cittadini, istituzioni, professionisti dell’informazione, geologi, grazie ai nuovi strumenti di condivisione che possediamo, possono esseri agenti collaborativi, sensori attivi per ridurre rischi ed evitare un fenomeno crescente nei media: la spettacolarizzazione e la confusione su eventi, disastri ed emergenze”.
Fabio Marcarelli