subscribe: Posts | Comments

A tavola ci si conosce meglio

Yang Xiaolei, Sonia Montrella, Federico Fioravanti, Lawrence Lo, Hu Lanbo, Claudio Grillenzoni

Va da sé, Cina e Italia sono accomunate da stereotipi culinari con cui entrambi  i Paesi vengono identificati all’estero.

Pizza, spaghetti, gelato e cappuccino per noi, involtini primavera, riso, fritto, gamberi per loro.

Noi, loro… Non è nemmeno politicamente corretto rimarcare differenze etniche per giustificare differenti tradizioni culinarie.

«Non vi sforzate di capire le altre cucine – spiega Yang Xiaolei, di CCTV – Italia e Cina hanno in comune il profondo radicamento della propria tradizione culinaria. Le aziende italiane non utilizzano i media per diffondere la cultura della propria enogastronomia e, inoltre, in Cina è rara la diffusione di cibi occidentali. I media cinesi propongono solo reports superficiali, mentre è importante educare i consumatori ad un uso consapevole di prodotti qualitativamente elevati come l’olio extravergine d’oliva, il vino e i formaggi».

I media sono quindi la piattaforma ideale per promuovere la cultura enogastronica di due Paesi diametralmente opposti, invogliandone il consumo?

«La cucina cinese è un puzzle multicolore fatto di spezie, cotture lente, esplosioni di gusto che cambiano radicalmente da regione a regione, spezie sconosciute che insaporiscono piatti dalle porzioni esagerate. In Cina è impossibile uscire da un ristorante con un po’ di fame, come è impossibile trovare piatti poco gustosi – spiega Paola Annoni , viaggiatrice incallita appena tornata da un viaggio di 47 giorni tra Thailandia, Cambogia, Cina e Giappone, nonché autrice del blog scusateiovado.com – Il cibo cinese è terribilmente buono. Ho adorato rimanere sconvolta ed estasiata da cibo così profondamente diverso e lontano dai sapori che non hanno davvero nulla a che fare con la roba che ci rifilano in patria».

La Cina rappresenta indubbiamente un’opportunità di crescita e scambio, non solo perché la comunità cinese è ormai ben radicata in Italia ma perché il cibo è l’eccellenza italiana capace di attirare l’attenzione anche di un paese con un forte patrimonio gastronomico.

«In cinese, la parola Crisi è rappresentata da due ideogrammi: uno che indica Pericolo, affiancato da un altro che significa Opportunità»: mai come oggi, sarebbe concorde anche Marco Bellocchio, La Cina è vicina.

Alessandra Pradelli

pubblico alla sala del centro servizi G. Alessi

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *