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RIVESTIRE L’INFORMAZIONE: I NUOVI FORMATI DELLA NOTIZIA DIGITALE

Le notizie in formato digitale? Un prodotto innovativo, intrigante, affascinante. Ma, al momento, poco redditizio, rispetto alle sue potenzialità. E che, soprattutto, fatica a ritagliarsi uno spazio di prim’ordine in Italia. Un argomento attualissimo, quello di cui si è discusso questa mattina alla Sala Lippi dell’Unicredit Banca di corso Vannucci a Perugia, nell’ambito della prima giornata d’incontri del Festival Internazionale del Giornalismo, dove si è svolto l’incontro “Rivestire l’informazione: i nuovi formati della notizia digitale”.

Un caso che ha particolarmente stimolato le domande del pubblico è quello di YouReporter: lo stesso Angelo Cimarosti, uno dei fondatori, lo definisce una “piattaforma di giornalismo partecipativo”, un “contenitore non mediato” dove non vi sono filtri né censure e dal quale spesso le tv tradizionali, peccando un po’ dal punto di vista deontologico, hanno attinto senza citarne la fonte. Poco male: i numeri sono più che incoraggianti, con16.500 utenti che postano i loro video. Dalla strage del treno di Viareggio del 29 giugno 2009 a oggi, i casi più drammatici ed eclatanti della cronaca italiana sono stati abbondantemente coperti. Ma c’è un rovescio della medaglia: come sostenersi dal punto di vista economico? YouReporter si è affidato ad una concessionaria di pubblicità e due anni fa, nonostante il boom di contatti, ha rischiato addirittura di chiudere i battenti.

Interessante anche il caso di Blogo.it, rappresentato da Francesco Magnocavallo: raccoglie 70 blog che trattano degli argomenti più vari, dallo sport fino ai giocattoli. Una piattaforma che fornisce 600 notizie al giorno e raccoglie 4mila commenti. Tutto, come nel caso di YouReporter, partendo dal basso. Ma la quantità non sempre si abbina alla qualità: i blog più cliccati sono quelli su automobili e spettacolo. “All’italiano medio piacciono donne, motori e cellulari – dice Magnocavallo – d’altra parte viviamo in una vera e propria videocrazia”.

Ricordate, poi, gli spassosi video che in sei minuti ricostruivano, con un taglio ironico, le migliaia di puntate di “Beautiful”? Cliccatissimo e condiviso da svariati utenti su Facebook, nasce dalla collaborazione tra Sky.it e la Effecinque, agenzia giornalistica: è un ottimo esercizio di stile giornalistico, con un meticoloso lavoro di ricerca e verifica delle fonti accompagnato da uno sforzo di sintesi e da scelte editoriali ben definite. Qui non conta solo la parola, scritta o parlata: anche gli effetti sonori e la infografica rivestono un ruolo fondamentale. Il video ha avuto talmente successo che lo stesso format è stato poi utilizzato per ricostruire gli ultimi quindici anni di politica italiana, dai dissidi interni al centrodestra alla spaccatura del centrosinistra fino alle vicissitudini del calciatore Antonio Cassano.

Geolocalizzazione (utilizzo di Google Maps per individuare i luoghi descritti in un articolo o reportage). Timeline di un evento (calendari interattivi). News animate (vedi quelle, provenienti da Hong Kong, sugli scandali sessuali di Silvio Berlusconi). Contributi video caricati sul web. Insomma, si può raccontare la realtà quotidiana con strumenti diversi dai media tradizionali. E, con un po’ di pazienza, avere persino un riscontro economico. Ma quanto interessa, questo, all’Italia?

Simone Pierotti

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