L’ Arcobalenico Festival Perugino
Lunedì 19 aprile
Il treno arriva a Perugia. La stazione è in piazza Vittorio Veneto. Da lì prendo il Bus C. Mentre il mezzo va su per quei tornanti che contraddistinguono la cittadina perugina che poggia su due colli – quello del Sole e dei Landoni – il mio cuore batte forte. Ecco, l’ultima curva, e vedo apparire davanti a me piazza Fortebraccio con la sua “Università per Stranieri“, scendo con fervore. Sulla mia destra corso Garibaldi. La percorro tutta. In cima ci sta la casa della studentessa. E’ di colore rosa e sembra ben ristrutturata. Entro. Per aprire la porta della mia stanza basta obliterare il badge elettronico che gentilmente mi consegna il portiere. La mia è la numero “76“. E’ una doppia. L’anno scorso la condividevo con Silvia, quest’anno con Piera. Le ragazze hanno la terra d’origine in comune: Palermo. Io, invece, sono catanese. L’unica tra i volontari.
L’anno scorso ero un po’ spaesata, ora non più. I luoghi e i volti hanno un che di familiare.
Dopo aver posato la valigia e il mio pc e sistemato in borsa la mia videoSaura (da dinosaura, per via dell’età), che cammina sempre con me, rifaccio la stessa strada ma all’inverso. Arrivo a Fortebraccio. Da lì si dipartono tre salite: alla sinistra la più ripida, a destra quella che lo è meno, al centro la più virtuosa. Ne scelgo una caso, tanto portano tutte e tre al centro storico. Attraverso tutto corso Vannucci per arrivare all’Hotel Brufani, quartier generale del Festival, dove occorre fare la registrazione e ritirare il pass.
Nella hall i receptionist sono tutti molti cordiali, passo il primo e il secondo corridoio e arrivo nella famosa sala stampa che l’anno scorso ha rappresentato per noi volontari – aspiranti giornalisti, fotoreporter, video maker, cultori dell’informazione – il nido dove ci ‘accovacciavamo’ ore e ore per scrivere libertari resoconti, interviste, reportage e per scaricare su pc i video e le foto fatti ogni giorno.
Un momento di incontro – il festival – che ci ha dato la possibilità di fare il punto sulla situazione politico-sociale in cui versa il nostro Paese e di fare una comparazione con le altre Nazioni. Dibattiti, conferenze e workshop che ci hanno fornito nuove conoscenze e punti di vista personalissimi. Che pur essendo a volte duri e pessimistici mai ci hanno tolto la speranza di sperare in un futuro migliore.
D’un tratto i miei pensieri e ricordi vengono interrotti da un piacevolissimo “Ciao Stefy“. E’ Valeria, la sarda ‘Kindlerya‘, una reporter tutt’occhi e sorriso, con uno stile di scrittura molto lineare e chiaro e soprattutto incisivo. Il suo colore è sicuramente un marroncino dorato, quello della terra quando si unisce all’acqua, come il suo reportage “Storie d’oro e di fango”. Poi c’è Alessandro, il messinese, politologo, che gira il mondo alla ricerca di notizie che valga la pena di raccontare. E Alì, di Dubai, con il suo occhio scrutatore e vivissimo, e la sua mano da percussionista fotografico. Il loro colore è il rosso acceso, come la passione caliente di un siciliano e di un arabo insieme. Vincenzo, la cui tesi ha meritato i favori della critica del “Premio Maria Grazia Cutuli“, è tornato da poco dall’Irlanda. Lui è pacato. Il suo colore è il verde.
E poi Leonardo (che per questa edizione non è potuto esserci), Ferdinado e Piera, i Mr e Miss di “Interferenze 2009“ – il programma tv che l’anno scorso ci ha tenuti informati sulle notti perugine. Il loro colore è il blu notte del mistero. Lou, la nostra ambientalista esperta di semiotica. Socievole e dalle mille doti interpersonali e dialettiche. Il suo colore è l’arancione. E non scordiamoci i due Paolo, gli intervistatori per le “mission impossible“. Non passano mai inosservati con i loro accenti – campano uno e fiorentino l‘altro – e quel sapere attento. Volete mettere in difficoltà qualche intervistato? Beh, chiamate loro. Il loro colore è il giallo.
Maria Laura, con la sua sensibilità e la voglia di divertirsi. A lei darei un giallo-arancio. Patrizia con la sua ironia sagace. Il suo colore è uno sfolgorante fucsia.
E ancora, c’è Arianna con la sua grinta di raccontare ciò che accade nel mondo, attraverso un‘iniziativa partecipativa che parte appunto dal basso. La verità assoluta non esiste – certo – ma lei la cerca e ne dà diverse interpretazioni. Il suo colore è il blu (magari come la sua valigia?!?).
Ma i volontari che sono nei miei pensieri sono senz’altro molti di più: alcuni li ho ritrovati quest’anno, altri no, in compenso ci sono molti nuovi volti da osservare che sarà un’emozione conoscere. Con le loro culture, stili di vita e modi di pensare diversi, ma unici e irripetibili.
Mercoledì 21
Ecco, si aprono le danze e ha inizio il festival del giornalismo 2010. Tra workshop, laboratori, panel discussion, documentari, spettacoli teatrali, conferenze, presentazioni di libri, mostre fotografiche, rassegne stampa satiriche, convegni e interviste. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le età.
La cosa bella è vedere tante persone, soprattutto giovani, accalcarsi, davanti la “Sala dei Notari” o al teatro “Morlacchi”, non per incontrare star hollywoodiane, ma per sentir parlare Serra, Lerner, Saviano, Travaglio, Gatti, Giovanna Zucconi, Abbate… che ci consegnano le loro osservazioni e analisi intelligenti e pungenti.
Domenica 25
Il festival sta per concludersi…
Anche quest’anno le parole d’ordine sono state condivisione di valori e principi, e partecipazione tra professionisti del settore, aspiranti giornalisti, cultori e lettori.
Questi intensi giorni sono volati letteralmente via, ma rimarranno sempre nelle nostre menti e nei cuori di tutti. Si è conclusa una settimana densa di salite e discese che è valsa la fatica di fare e rifare.
Dopo l’incontro per il Premio “Una storia ancora da raccontare: Maria Grazia Cutuli”, e dopo aver scritto, mi concedo un giro domenicale per la città. E’ divisa in rioni a cui sono associati dei colori: anche qui il bianco di Porta del Sole, il rosso di Porta Sant’Angelo, l’azzurro di Porta Santa Susanna, il verde di Porta Eburnea, il giallo di Porta San Pietro…
Che ognuno dei volontari si rispecchi in una parte della città, buon rientro e buon ritorno agli impegni di tutti i giorni!!!
Un grazie all’Arcobalenico Festival Perugino!
Vi propongo questo piccolo video
Testo e video di Stefania Oliveri