Intervista a Chiara Spagnolo: giornalismo ed informazione locale nella lotta alle mafie.
Chiara Spagnolo è una giornalista de Il Quotidiano della Calabria, giornale locale calabrese che esce in tutte le province della regione. L’argomento che si affronta è la difficile possibilità di poter fare informazione libera e slegata dai fili dei burattinai mafiosi, ma la necessità di doverla fare e di sforzarsi a farla nonostante i molti ostacoli, che in una regione come la Calabria si possono incontrare.
Come si fa ad essere giornalisti liberi in una terra tanto intrisa di mafia?
Essere giornalisti liberi è difficile, prima di tutto perché questa è gestita da lobby; è il nepotismo a farla da padrona. La meritocrazia è attualmente utopia, ma non è impossibile diventare dei giornalisti. Bisogna avere voglia e determinazione, essere convinti di voler svolgere questo lavoro e svolgerlo come tale, senza accontentarsi o spaventarsi. Fare il giornalista rimane comunque anche una scelta, quella di vivere da impegnati o da disimpegnati: decidere di stare con la schiena dritta o piegata. Un consiglio importante è quello di essere giornalisti preparati, approfondire sempre e conoscere le cose, senza mai improvvisare. Scandalizzarsi ancora, sia se qualcuno ruba un ombrello così come quando uccide.
Quanti giornali sono liberi in Calabria?
Più che giornali liberi, io direi quanto lo sono i giornalisti. Bè, oggi i giornalisti liberi sono pochi e nelle varie redazioni calabresi, e non solo, sono come le pecore nere. Questo semplicemente perché svolgiamo il nostro lavoro, e lo facciamo senza piegarci al favoritismo misto che esiste nella regione calabra. E dunque, ciò crea un circolo di nemici, addirittura, e questo semplicemente perché un’informazione libera non deve avere dei freni e passare come un pettegolezzo detto sotto voce o alle spalle di chi potrebbe rimanerci male.
Quanto è libera l’informazione, oltre alle dinamiche politiche del giornalismo italiano, dai tentacoli mafiosi?
Raccontare della ‘Ndrangheta non è scrivere di criminalità di bassa lega. Le notizie che vengono pubblicate sui giornali riguardanti i misfatti mafiosi, per certi versi, favoriscono i mafiosi stessi. E’ come se si esaltassero le loro gesta. In realtà non è per niente così, ma è la cronaca di eventi e fatti disdicevoli e negativi per una società che si definisce civile e civilizzata. Uno dei problemi maggiori che incontra l’informazione libera è l’infiltrazione politica di quelli che vanno ad occupare i posti di gente che deve rimanere pulita e che riesce a mascherare questa pulizia.
Ci sarà un giorno la possibilità di raccontare una Calabria pulita?
In una visione futura, una Calabria totalmente pulita no, ma tanti pezzettini di pulito si. Ci sono tanti buoni esempi, anche oggi, che meritano di essere raccontati sui giornali. E quindi bisogna prestare attenzione a ciò che di buono può emergere, per dare un segno che tutto può ancora cambiare.
Danilo Taverna