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FINANZA, ETICA E ALTRECONOMIA

Quando si parla di economia si storce il naso. Un po’ perché a scuola la si studia poco, un po’ perché quando accendiamo la televisione o sfogliamo le pagine economiche dei quotidiani siamo assaliti da una miriade di paroloni: capitalizzazione, corporate, Nasdaq, Bond, bot, … e da un sacco di grafici che vanno su e giù, ma alla fine non ci si capisce niente. Eppure l’economia è un argomento che ci dovrebbe stare molto a cuore perché ci tocca da vicino. Come spiega Pietro Raitano, direttore di Altraeconomia, mensile di economia e finanza sostenibile che lamenta la mancanza di una comunicazione efficace, volta a chiarire e non a confondere sempre di più! La missione di un giornalista sarebbe proprio quella di dipanare la complessità raccontando storie, avvincenti, di persone che hanno fatto delle scelte di consumo responsabile. La pensa allo stesso modo Myrta Merlino, la bella giornalista, alta e bionda, che sta conducendo Effetto domino. Tutto fa economia sul La7, uno dei pochi programmi televisivi “economicamente monotematici”. La sua missione è stata quella di tirar fuori l’economia dagli angolini nascosti del palinsesto, di convincere colleghi e direttori che non si tratta di una materia noiosa e che non fa audience. Il fatto è che bisogna essere in grado di saperne parlare, bisogna riuscire a decriptare un linguaggio che troppe volte rimane tecnico. Come esempio cita il caso, emblematico, della crisi economica: tutti sanno che l’onda della crisi è partita dalle banche americane, pochi sanno il significato dei mutui suprime, oppure tutti si lamentano della Fiat che chiude, ma non capiscono i meccanismi economici che hanno portato Marchionne, imprenditore, a risollevare l’auto americana e ad affossare quella del Belpaese. Secondo Danilo De Biasio, direttore di Radio Popolare, ci mancherebbe un’alfabetizzazione di base su queste tematiche e soprattutto la volontà degli editori di parlare in maniera chiara di macro argomenti. Ma poi si incappa in interessi privati, in business più o meno segreti, in trattative politicamente non proprio corrette. Alla fine di una lunga chiacchierata la domanda sorge spontanea: ma questa crisi ci ha insegnato qualcosa? “La necessità di un cambiamento”, concordano i tre interlocutori.
Visto lo tsunami che ci ha travolto… ci mancherebbe che non fosse così.
Rachele Bifolchi

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