“Assalto alla rete”
Primo giorno dell’ International Journalism Festival di Perugia, nella Sala delle Partecipazioni di Palazzo Cesaroni si è dato il via alla presentazione del film documentario: “Assalto alla rete” della regista italiana Silvia Resta e di Armando Sommajuolo.
Il film documentario è una denuncia sull’immigrazione clandestina meno conosciuta, quella che avviene ai confini della Spagna e che è fatta di storie terribili, le storie dei dannati di confine tra Marocco e Europa.
Migliaia di disperati in arrivo dai territori sub-sahariani che ogni notte assaltano la frontiera per entrare nei centri spagnoli di Ceuta e Melilla, dove si trova la barriera spinata, che divide l’Europa dall’Africa, installata dal governo spagnolo, che a volte, gli emigranti riescono a superare.
Non prima, però, di avervi lasciato brandelli di vestiti e sangue attaccati, essendo lunga 100 km ed e costituita da un muro di filo spinato alto 12 metri.
C’è chi, come Josè Palazon, l’ha definito “peggio del muro di Berlino”, ma questo è stato considerato fino ad ora l’unico metodo (poco) efficace per garantire protezione sul territorio spagnolo; una testimonianza ancor più scioccante proviene da Santino, 23 anni, marocchino, che ha superato la barriera, scavalcandola a mani nude, e riportando diverse ferite sulle mani,
ma a quelli come lui si può dire che è andata bene, c’è, infatti, chi rimane ferito troppo gravemente e non riesce neanche a tornare indietro.
Questa sembra essere l’unica via per evadere dal territorio, l’unica alternativa, impossibile, sarebbe attraversare e superare lo stretto di Gibilterra.
Silvia Resta racconta le vicende dei clandestini attraverso immagini crude e veritiere, originale nella narrazione degli eventi, che è fatta, in larga misura, di immagini, l’inchiesta sull’immigrazione condotta tra Spagna e Marocco suscita nel pubblico sconcerto di fronte a tali e gravi eventi.
Il documentario sottolinea come la pratica della violenza e dei trattamenti degradanti non faccia che aumentare la sofferenza e l’esclusione di persone che, in cerca di condizioni di vita migliori, si espongono a rischi per la propria sopravvivenza in condizioni spesso inumane.
La regista ne fa un preliminare quadro teorico, introduce le questioni, sistematizzando i nodi problematici, facendo un quadro sulle politiche migratorie europee e sui diritti umani e civili.
Tomaselli Carlotta