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Italiani illustrati: una doppia visione

Il primo spettacolo dell’International Journalism Festival si è tenuto martedì sera nella Sala dei Notari a Palazzo dei Priori. Ad illustrare uno spaccato (in tutti i sensi), della società italiana e di chi la vive, di chi si ingrassa e di chi non si sfama, sono stati i racconti di Antonello Caporale, con le letture di Stefano Sarcinelli accompagnate dal suono ludico della chitarra di Paolo Pallante.
I racconti, ben amalgamati, mostrano un’Italia strabica, con un occhio che, ad esempio, guarda verosimilmente allo spreco che serve per far guadagnare, come avviene nelle molte emergenze in cui bisogna far fronte a danni (che gonfiati) richiedono maggiori aiuti e quindi denari. Di conseguenza un circolo vizioso che paradossalmente più distrugge e più guadagna. Che ancora nota un Paese basato sulla famiglia, che è talmente unita, che all’università ci va assieme: e così un padre rettore, un figlio professore ordinario, il nipote ricercatore, la moglie ricercatrice.
Con l’altro occhio, invece, un’Italia di povertà, di precariato o disoccupazione, di storie di chi si chiede il perché un trapianto di capelli, o una minigonna servano molto più di una laurea.
E così ci risulta un’Italia che si ritrova su una bilancia dove stavolta però, chi sta peggio si ritrova al di sopra di chi sta meglio. Questione di peso.

Danilo Taverna

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