Marco Travaglio e Peter Gomez raccontano una realtà dalle dimensioni tragicomiche
Un misto di sete dell’informazione e voglia di ironia verso il potere ha spinto centinaia di persone ad assistere allo spettacolo di Peter Gomez e Marco Travaglio venerdì 3 aprile al Teatro Pavone di Perugia.
Quindici anni di storia d’Italia ai confini della realtà, un promemoria ricco di fatti eclatanti con un’analisi meravigliosa di Manipulite esposta da chi direttamente a Milano l’ha vista nascere, per poi passare alle stragi di mafia e ai rapporti di quest’ultima con la politica.
Increduli e allo stesso tempo divertiti, gli spettatori sono rimasti immobilizzati dalla curiosità delle notizie esposte, quelle notizie che nella stampa attuale, sono troppo spesso soffuse dalle opinioni sotto la regia dei governanti.
Alla base di una democrazia liberare vale il principio “conoscere per deliberare”. Una citazione su Luigi Einaudi che scalda la “platea comunista”, così con umorismo la definisce Gomez, per eccitare gli animi pronti a scaricare l’insoddisfazione del momento nell’ascolto di Marco Travaglio.
Quest’ultimo, la cui popolarità è ormai sempre più simile a quella di una rock star, si addentra in situazioni ancora più complesse e delicate. Travaglio inizia ironizzando sulla nascita del PdL per poi sfoderare una serie di – “lame”, ben documentate e non perseguibili penalmente, – sui rapporti tra mafia e politica con i sodali di Berlusconi direttamente coinvolti. Uno spettacolo di oltre due ore con il teatro Pavone strapieno e uno schermo all’esterno per coloro che non sono riusciti a prendere il posto. Un evento ricco di ilarità, notizie ed opinioni. Tre componenti questa volta assolutamente distinguibili.
Fabio Andrea Petrini